La sorpresa

Qualche tempo fa, ruminando mentalmente sul fenomeno Taylor Swift, glissai a proposito di una storia d’amore che ispirò alla cantautrice uno dei suoi incredibili successi. Ecco, la cosa m’interessò davvero poco e ad oggi continua davvero a non interessarmi e, anzi, mi trova a concludere che ci troviamo di fronte a una sorpresa che merita di essere considerata diversamente. Harry Styles non è alla sua prima esperienza da solista, ma questa esplosione di talento che non si può ignorare dal titolo Sign of the times, taglia decisamente i ponti con il gruppo che lo ha piazzato dritto dritto sotto i riflettori. Lì per lì sono scivolata su un pensiero molesto, ovvero che ci troviamo di fronte a un caso alla Robbie Williams, che sinceramente schifo non fa. Però le radici sono diverse, le influenze sono utilizzate in modo maturo e, che cavolo, è riuscito a far riemergere qualche emozione sopita: una novità, il che ha dell’incredibile. Ultimamente le acque stagnano, è vero che alcuni artisti si spingono in là con suoni sempre più.. come dire.. tecnologicamente avanzati, passatemi l’espressione, anche con risultati affatto sgradevoli. Ma tanto sbattersi sembrerebbe non essere sufficiente ad adombrare la semplicità come linguaggio preferito delle emozioni, anche quelle complesse. Laddove non arrivano le parole ad esprimere, arriva l’istinto. Insomma, sentiamo sempre più l’esigenza di sentirci umani e soprattutto sentire che intorno a noi ancora ci sono persone che provano qualcosa al di fuori del programmato. Sì, perchè per quanto mi riguarda sono davvero stufa di comportamenti di circostanza, di cose fatte per ottenere una determinata reazione, di parole buttate lì per fare del ritmo e suoni puliti come per dare la cera ai pavimenti. Tutto patinato, tutto molto.. bello, scintillante, appariscente, stupefacente. Ok, quindi? Ma noi, dove siamo finiti? Se tutto è delegato a una macchina, a un business, a una qualche formula matematica compresa e maneggiata da eletti che non comprendono, ad esempio, la sottoscritta, e che riescono anche ad ottenere un certo riscontro dal gregge, ma com’è che alla fine anche il gregge sceglie i pascoli migliori? Perchè abbiamo ancora bisogno di sorprenderci, e in tutta questa perfezione, tutto questo stare sopra le righe, ancora una volta ci fermiamo a tendere l’orecchio a ciò che fa meno rumore e, toh, quasi quasi ci ritroviamo la musica.
Harry Styles avrebbe potuto tranquillamente riciclarsi in un bel faccino sculettante (sì, in alcuni la differenza tra faccia e deretano è veramente sottile), ma sceglie una via che alcuni potrebbero definire da furbastro. Sull’onda dei successi di Adele, “la musica che si ascolta” con un occhio alla taglia che non deve scendere per rimanere diversi e innovativi, la scelta è di lavorare bene sulla melodia e l’uso della voce. Beh, io non so con che criterio abbia scelto, se ha scelto, in ogni caso è una scelta di buon gusto, cosa ormai rara.
Ammetto di non aver seguito il suo percorso, datemi pure della snob, e perciò le sue doti interpretative mi sono sfuggite sino ad ora. Molto garbato, sempre giusto nell’intenzione: alla faccia del momento ispirato. Pazienza se continuerà ad insidiare il cuore e i sogni romantici di orde di ragazzine, fa parte del gioco e ascoltare buona musica è un diritto di tutti. Anche di chi delle orde di adolescenti, ahimè, non fa ormai più parte. No, aspetta, forse l’ahimè lo ritiro, perchè l’adolescenza è un periodo davvero pesante da affrontare. E’ vero, però, che è un periodo in cui i sentimenti li senti nella carne ed è importante che le reazioni siano accolte in un ambiente ricco, aperto, costruttivo ed accogliente. Una sorta di miracolo potrebbe avvolgere questo periodo così pieno di competitività mai stata così alla luce del sole? Magari. Personalmente m’impegno a giudicare il meno possibile e, visto che il precedente periodo di Styles non ha catturato la mia attenzione, rimango in trepidante attesa dei prossimi pezzi, sperando che non deluda le aspettative che a questo punto sono piuttosto alte. Ma se non mi sbaglio, avremo ossigeno per riempire i nostri polmoni.

[ Immagini: kidnation.com| bergamonews.it ]

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *