PROGETTO

17 Semplicementesimbiosi -Ilaria Alberici

 

Quando l'idea di dare vita a questo progetto si è affacciata nelle nostre menti, abbiamo iniziato a pensare al nome più adatto per il nostro sito internet; ne cercavamo uno che esprimesse appieno l'intento che ci animava e la riflessione è stata breve, perché quel nome è arrivato presto. Forse perché il desiderio di raccontare quel mondo fuori e dentro di noi era così forte, forse perché era proprio quello che volevamo...

Non parliamo di un "mondo che vorremmo" perché ci sembrerebbe troppo utopistico; in fondo, noi vogliamo parlare di un mondo vero, del mondo che esiste. A noi interessa la realtà e tutto quello che possiamo costruire partendo da noi stessi e da questo mondo.

Sappiamo esistere tanti tesori da scoprire, sappiamo di essere circondati da una ricchezza infinita che alle volte resta sepolta sotto una coltre di negatività, per cui abbiamo pensato di diventare degli esploratori: vogliamo ricercare questi tesori e questa ricchezza per riportarli alla luce. Il mondo che vogliamo esplorare non è soltanto quello concreto che ci circonda, ma è anche il mondo interiore, quello del cuore, è quello che abita in tutti noi: il mondo che creiamo con i nostri gesti e le nostre parole. Un mondo fatto di pensieri, visioni e amore per tutto quello che di bello c'è intorno a noi, per costruire il quale attingiamo al nostro "Iperuranio", citando Platone. E parlando di amore intendiamo, soprattutto, quello per le persone e gli esseri viventi che condividono con noi questo pianeta.

Siamo persone diverse fra loro, ma condividiamo proprio questo obiettivo: parlare del mondo che quotidianamente ci ispira, ci fa crescere, ci migliora. Amiamo dedicarci a ciò che porta benefici nella nostra vita e che è fonte di positività, bellezza, profondità e creatività. Abbiamo deciso di trasmettere tutto questo a chi vorrà ascoltarci.
Ci piacciono le sfide e crediamo fermamente nelle opportunità che la nostra epoca ci offre e questo spazio virtuale che abbiamo creato ci permette di intraprendere un percorso di emozioni nuove nell'esplorare le nostre terre.

Abbiamo fatto delle scelte perché crediamo nelle scelte e nel loro potere di cambiare la realtà. E crediamo nel potere che ognuno di noi ha di vivere con consapevolezza la propria vita, di percorrere la propria strada, di seguire la propria natura e così facendo creare il proprio mondo e nel contempo co-creare un universo di pace e gioia.
Ci piace la forma tondeggiante della terra perché appare morbida ed accogliente. Crediamo che la terra, madre e generatrice di vita, vada amata, rispettata ed apprezzata.
Ci teniamo a precisare che questo non è un editoriale, non pretendiamo di esserlo, ma soprattutto non vogliamo esserlo. Noi non siamo giornalisti, ma crediamo di avere qualcosa da dire e, allora, la diciamo.

Speriamo con questo "gioco" di poter dare un contributo importante, di portare un arricchimento nella vita delle persone. La scelta della parola "gioco" ci piace molto perché profuma di entusiasmo e di gioia di vivere, ricorda spensieratezza, momenti di felicità genuina e di condivisione: questo è un gioco di gruppo in cui ogni collaboratore, seguendo le proprie inclinazioni e passioni, esprime se stesso utilizzando le proprie conoscenze e competenze. Quindi ringraziamo immensamente tutti coloro che si dedicano a questa bella missione e che ci donano tanto, che ci regalano quella speciale ricchezza che hanno dentro.

Ricordiamoci sempre che il mondo non è altro che un riflesso di ciò che siamo... e voi, cosa vedete?

Detto questo, vi regaliamo un bellissimo passaggio tratto da "Novecento" di Alessandro Baricco: "Potevi pensare che era matto. Ma non era così semplice. Quando uno ti racconta con assoluta esattezza che odore c'è in Bertham Street, d'estate,  quando ha appena smesso di piovere, non puoi pensare che è matto per la sola stupida ragione che in Bertham Street, lui, non c'è mai stato. Negli occhi di qualcuno, nelle parole di qualcuno, lui, quell'aria, l'aveva respirata davvero. Il mondo, magari, non l'aveva visto mai. Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l'anima. In questo era il genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia... Tutta scritta, addosso. Lui leggeva, e con cura infinita, catalogava, sistemava, ordinava... Ogni giorno aggiungeva un piccolo pezzo a quella immensa mappa che stava disegnandosi nella testa, immensa, la mappa del mondo, del mondo intero, da un capo all'altro, città enormi e angoli di bar, lunghi fiumi, pozzanghere, aerei, leoni, una mappa meravigliosa."

Le fondatrici,
Miranda Santoro - Simona Ferraro