Tom & Jerry

Il titolo di questo post non è una presa in giro.

Paul Simon e Arthur Garfunkel ottennero il primo successo proprio con questi pseudonimi, che per fortuna abbandonarono in fretta: Tom Graph & Jerry Landis. Il pezzo era Hey, Schoolgirl. Poi, la prima separazione.

Dato il numero impressionante di capolavori sfornati da questo duo, si potrebbe pensare che fossero una specie di amalgama di spirito e anime. Assolutamente no: non si sopportavano.

Il gruppo si è sciolto innumerevoli volte, per ricomporsi per periodi relativamente brevi ma dettati da successi da capogiro. In fondo l’intuizione viene in un attimo, come dire, non è importante la quantità ma la qualità. Me li immagino a lanciarsi frecciatine velenose mentre buttano giù pezzi da novanta.

A proposito d’intuizioni, molte sono nate nel posto più personale che l’essere umano ha a disposizione: il bagno.

The Sounds of Silence fu partorita nel bagno da Paul Simon in solitaria, al buio. Sembra grottesco se si pensa che anche Mariah Carey ha avuto l’intuizione di Hero nello stesso posto e tanti altri artisti condividono questa esperienza. Ma mi sto soffermando troppo sul luogo, quando in realtà, questa meravigliosa opera, che ha decretato il successo di Simon & Garfunkel, ha una storia interessante.

Fu incisa e inclusa nell’album Wednesday Morning, 3 AM che fu un maledetto fiasco. Naturalmente questo portò alla seconda rottura e al trasferimento in Inghilterra da parte di Simon, che incluse il brano in un album solista, con una leggera ma significativa modifica al titolo: The sound of Silence. Il successo del 1966 lo si deve a un certo Tom Wilson, produttore, che mise mano al brano stravolgendone l’arrangiamento. Fu un successo e i due dovettero per forza tornare a lavorare insieme. Poverini. Lo dico sul serio, perché lavorare con qualcuno che davvero non sopporti è come stare in ginocchio sui ceci, figuriamoci quando di mezzo c’è l’estro artistico.

Quindi comincia la lista di successi planetari, tra i quali cito i classici (lo so, ne ometto tanti, ma è impossibile ricordarseli tutti): The boxer, Mrs. Robinson, I am a rock, Bridge over troubled water, Cecilia, Baby Driver, Bye Bye Love, The only Living boy in NY, Song for the asking, April come she will, Scarborough Fair. Quest’ultima m’hanno detto che la insegnano a suonare col flauto ai bimbi delle scuole medie: a me facevano cantare “Ein mann der sich Kolumbus nannt, widewidewitt bum bum…”. Ho subito molto a scuola. Invece a casa, quale volete che fosse la prima canzone che mi sono messa a strimpellare sulla mia tastiera se non The sound of Silence? Che ricordi, quando per non si sa quale malfunzionamento di quell’aggeggio partiva improvvisamente una base polka. Terribile. Ero veramente presa dalla poesia di quel pezzo e dall’andare oltre i primi tre accordi. Ma lasciamo perdere dettagli che non interessano a nessuno.

Simon & Garfunkel 2Il momento in cui Simon & Garfunkel, loro malgrado, si facevano strada nel mondo della musica era davvero particolare. Non dimentichiamoci che in quel periodo Beatles, Rolling Stones & Co. stavano dettando legge per i successivi cinquant’anni. Lo stile di Simon & Garfunkel è folk, quindi una musica molto delicata e introspettiva, che però emerge grazie al cantautorato. Pensiamo che il periodo è anche quello della guerra in Vietnam, durante il quale grandi nomi come Bob Dylan o Joan Baez hanno lanciato messaggi di pace e tirato legnate contro le ingiustizie sociali.

Simon & Garfunkel non sono da meno e devo dire, ma è un parere personale, che hanno dato al genere maggior impatto musicale. Non a caso, molti dei premi vinti, riguardano proprio la produzione dei loro album, oltre ovviamente alle interpretazioni.

Insomma, questi due siamo destinati a goderceli a spizzico, ma penso anche che tutto ciò contribuisca al fenomeno. Quando si riuniscono per un concerto, fanno pubblico per cinquecentomila persone. Due volte un capoluogo di provincia italiano. Un eco simile ha bisogno di sfogo e in fondo è meglio una singola perla che non un intero camion di bigiotteria.

Personalmente dei due, chi mi ha sempre incuriosito è Arthur Garfunkel. Non solo ha una voce molto particolare, ma la sua espressione mi ha sempre lasciata perplessa. Non ho mai capito se fosse perennemente incazzato, solo infastidito oppure una posa data dal ruolo. Ma non credo. Forse è solo infastidito da Paul Simon. Ecco… D’altra parte se pensiamo agli Oasis (tifo Noel tutta la vita) la storia è un po’ la stessa che si ripete, anche per tanti altri gruppi.

Chiudo con un aneddoto che mi ha colpita molto, e che vede Arthur Garfunkel andarsene dal palco perché offeso dal fatto che uno spettatore stesse armeggiando col cellulare, durante l’esibizione. Paul Simon è andato a ripescarlo da dietro le quinte, forse Arthur non era più abituato a un contesto live più intimo e riservato e ha risposto in modo forte, pretendendo scuse. Non sappiamo se questa persona avesse un’urgenza o stesse trappolando per capire se aveva effettivamente messo in silenzioso il cellulare (io lo capisco quando devo ormai rimettere la suoneria). Però, posso dire che non gli do torto? Cavolo, stai assistendo a una reunion che potrebbe essere l’ultima: lascia a casa il cellulare. E’ vero, poteva essere un medico in reperibilità… Eh sì, ci vuol pazienza nella vita.

Di seguito A Hazy Shade of Winter e per chi fosse interessato sul canale VEVO dedicato ci sono dei brevi commenti video, in inglese.

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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