MOMENTI DI TERRORE ASSOLUTO Parte II

Marilyn Manson 1Nella seconda puntata dedicata ai terrori assoluti, mi riferisco a quello provato dai miei genitori durante la mia adolescenza.
L’adolescenza: questo mistero. E’ quel periodo in cui tutto è inaccettabile ma assolutamente normale. Cosa mai può passare per la testa di un adolescente? Fa quasi più paura dei bambini.
Insomma i miei conclusero in fretta che questa mia passione per Marilyn Manson sarebbe rimasta circostanziale a quel periodo. Una specie di folgorazione momentanea.
In un certo senso è così, ma anche no. Appare chiaro che non avessi percepito la grande mercificazione di alcuni contenuti che oggi affermo essere però ben espressi.
I Marilyn Manson fecero alzare il sopracciglio a mio padre, non per disappunto perché diseducativi, ma perché, in effetti, con quello a cui siamo abituati ad assistere nel mondo, le battaglie contro l’ipocrisia americana di Brian Warner possono risultare un pelino anacronistiche. Tanto per chiarire: sì, ok, ma in buona sostanza?
In buona sostanza i Marilyn Manson hanno ben imparato la lezione del loro mentore Trent Reznor, fondatore dei Nine Inch Nails, nonché produttore dei due album decisivi della band: Antichrist Superstar e Mechanical Animal.
Io non ho coraggio di dire che non si stesse cavalcando un business, però penso due cose.
Uno: io non sono mai stata negli Stati Uniti, ma credo che alcune mentalità, così come vengono descritte, siano difficili da sopportare. Penso che il messaggio sia chiaro: libertà di essere. Ed è un messaggio che, personalmente, accolgo bene. (Ci ricorda qualcuno?)
Due: musicalmente parlando la band ha qualcosa da dire. Che poi i gusti siano gusti, non ci si può far nulla. Ma è indubbio che lo stile sia ben definito e maturo. Marilyn Manson non ha una gran voce, è evidente, ma sa come usarla e gestire i propri limiti. Un buon gruppo è anche quello che sa fare cover: Marilyn Manson ha prodotto cover eccezionali di brani mica facili, Sweet Dreams degli Eurythmics, Tainted Love di Ed Cobb ma resa popolare negli anni ’80 dai Soft Cell e non ultima per importanza Personal Jesus dei Depeche Mode. E’ vero, sono un fenomeno per adolescenti, però la sostanza non manca.
Naturalmente non mi sono fatta mancare l’autobiografia di questo stravagante artista. L’infanzia non Marilyn Manson 2fu facile. Ma nemmeno il dopo, dico io. Certo, diciamo che nella seconda fase un po’ se le è andate a cercare.
Se un comportamento dissoluto ed autodistruttivo è in lui determinato dalle fragilità raccolte da bambino, è anche vero che tramite lo show riesce a dimostrare una grande padronanza di sé. Quando ad un proprietario di un locale che gli chiede come mai, pur essendo dei perfetti sconosciuti, si facessero pagare il doppio rispetto ad una normale band, lui risponde che se uno vuole essere una rockstar deve comportarsi come tale da subito. L’antifona ha funzionato. Mostra una certa convinzione e consapevolezza.
Al di là dei trasformismi di Warner, ascoltandolo durante le interviste, i concetti espressi sono davvero quelli di una persona con una normale tolleranza verso il prossimo. Non ho mai sentito inveire su argomenti razziali o diversità di alcun genere. Marilyn Manson inveisce contro l’ipocrisia insita nell’essere umano. Non basta professarsi buoni verso il prossimo, quando per convinzioni dogmatiche vengono inibiti lati della propria personalità e di quella altrui. Aggiungo che, ancora di più, è un meccanismo intollerabile quanto più lo applichiamo a noi stessi. Il suo attacco è esplicitamente alla Chiesa Cattolica perché fulcro del perbenismo su territorio americano. Ha preso un simbolo, quello che potesse avere più cassa di risonanza. Non sono passate inosservate le perfomance in cui Marilyn Manson, dopo aver strappato le pagine della Bibbia, si mette ad urinare sulla bandiera americana. Ora, non so voi, ma il mio pensiero è questo: per un adolescente in piena ribellione contro il mondo intero, questo può sembrare figo. E lo deve essere sembrato visto quanto ha venduto e la popolarità acquisita. Credo siano innumerevoli le petizioni firmate in lungo e in largo per il territorio americano per impedire alla band di esibirsi. A me, sembrano le comiche. Lo stesso artista, tanto per dire, criticò aspramente la politica intrapresa in Medioriente, fatta di guerra per reprimere guerra. Sempre di più, soprattutto nelle ultime produzioni, emerge che in realtà Marilyn Manson è contro ogni forma di violenza, non solo fisica, ma anche emotiva. Le sue provocazioni sono banali strategie di marketing riuscite bene e di pessimo gusto. In buona sostanza, forse, si potrebbero sprecare maggiori energie cercando di educarci al rispetto reciproco. Ok, la cifra stilistica non è delle più fini e come ogni provocazione lascia spazio o al disprezzo, o allo scetticismo, o all’esaltazione e, perché no, pure all’indifferenza. Attualmente preferisco fare una cosa: siccome non si candiderà alle presidenziali entro breve e non mi pare che il problema più urgente della Chiesa e dell’intero genere umano sia Marilyn Manson, metto il cd nello stereo e mi sparo un po’ di bella musica.
E, mi raccomando, “Non perdetevi la prossima puntata di Terrore Assoluto!”.

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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