L’inizio

Ci sono momenti nella vita in cui non si sa da che parte girarsi per cominciare a dipanare una matassa particolarmente intricata e che, con tutta probabilità, ci sta creando ansia. Sono i momenti in cui mi ripeto che bisogna cominciare dall’inizio. Ma, esattamente, dove sta? Personalmente lo trovo in ciò che mi sta a cuore e, Alanis Morissette, ne fa parte.

Alanis Morissette 1Con il suo album di debutto Jagged Little Pill riesce sempre ad ispirarmi e ad offrirmi un bandolo che, una volta cominciato a tirare, chissà dove riesce a portarmi. Con Jagged Little Pill:

1. ho consumato il nastro della musicassetta a furia di riascoltarlo

2. distrutto tre walk-man AIWA

3. esaurito centinaia di pile (smaltite correttamente)

4. strappato per l’usura il libretto dei testi, con i quali ho cominciato a studiare inglese, traducendoli

5. mi sono fatta regalare il CD (prova d’amore, lo confesso)

6. ho caricato files mp3 per la prima volta su un iPod

E’ ormai cosa nota che la cantante era già una star in Canada, con due album all’attivo e uno Juno Award vinto, ma la Maverick, l’etichetta che pubblicò questo finto debutto, ritirò astutamente le copie dal mercato per creare un fenomeno che, di fatto, travolse la discografia mondiale.

Forse non ottenne un risultato altrettanto brillante in fatto di vendite il successivo Supposed Former Infatuation Junkie, ma ormai ero già preparata con l’inglese e lo richiesi al negoziante senza troppa difficoltà. Anzi, determinatissima a far girare il cd nel mio lettore portatile alla velocità media di 350 giri al minuto. Anche in questo caso, lo comprai due volte, avendo praticamente disintegrato il libretto e deformato il cd (ok, non so come, ma ci sono riuscita).

Alanis Morissette 2Poi l’Unplugged. E poi? E poi Under Rug Swept, che la vede all’opera come produttrice senza il fido collaboratore Glenn Ballard. Poi Uninvited, So-called Chaos, Flavors of Entanglement fino all’ultimo Havoc and bright lights. Suoni sempre più duri, più elettronici che si sposano perfettamente con la sua voce. Certo, forse la produzione si fa un po’ ripetitiva. Ma è anche vero che, nei lavori di Alanis, il suo recente torpore creativo è quello di una donna finalmente appagata dalla vita e rimane comunque una conferma della spontaneità del suo approccio musicale che riesce sempre a trasmettere. La sua voce è inconfondibile, sempre ben dosata e gestita, calda e ruvida. Alla fine di ogni ascolto rimango sempre affascinata come se fossi una bambina che sogna mentre qualcuno le racconta una storia. E sempre mi chiedo “ma come fa?”.

Avrete capito che non sono affatto imparziale, ma pensando ad un inizio… Beh uno di questi sarà sempre Alanis, perché ancora riesce a stupirmi con le sue interpretazioni, perché riesce a calmarmi parlando d’ansia mentre sei ansiosa, perché anche quando scrive una brutta canzone (e ne ha scritte) riesce a darle quel calore umano che serve a portarti ad un rispettoso ascolto.


Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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