ANT(z)I – TUTTO RIHANNA

Rihanna 1Oggi sono decisamente malinconica e per trastullarmi in questa condizione come solo io so fare, ho scelto un argomento che mi delizia al massimo in questa pratica: i tacchetti della vicina al piano di sopra. Ho sempre avuto una grande ammirazione per qualsiasi essere umano, fosse donna o uomo, che riuscisse a gestire un passo ad un’altezza superiore ai canonici cinque centimetri salutari per la schiena. Ecco. Nonostante io abbia il sacrosanto dovere di provare un inverecondo odio per la suddetta vicina, che a qualsiasi ora ticchetta sul suo pavimento/mio soffitto, mi ritrovo, invece, semplicemente a pensare “beata lei che riesce a stare sui tacchi anche a casa”. Misteriosi sono i rumori di vicinato, in fondo. Dovrei lamentarmi anche del fatto che ogni tanto le cade qualcosa che immancabilmente rotola. Ma penso che anche ai miei vicini del piano di sotto possa capitare di sentire qualcosa cadere e rotolare nel mio appartamento: so io cos’è.

Fatta la premessa, vi chiederete se per caso la mia malinconia mi abbia offuscato la mente. No, mi serve per introdurre l’artista di cui ho intenzione di disquisire oggi: Rihanna. Lei è un po’ come i tacchetti della vicina: la senti anche se non vuoi. E perciò, anche non volendo, mi è capitato di ascoltarne le innumerevoli hits sfornate dal suo team. Ora, consideriamo un attimo che per il lancio di un singolo si smuove un budget milionario tra autori, parolieri (yeah, who-oo, ah ah, mm mm, eh eh, umbrella), stylist, manager e Rihanna stessa, risulterà assai improbabile tirar fuori una schifezza.

Non sto venendo meno al giuramento che ho fatto di “piuttosto che parlarne male, non ne parlo affatto”, perché a me Rihanna piace, e piace assai. Perché? Sono tanti i perché. Elenco, o almeno ci provo.

Dicevamo che le hits funzionano e ci mancherebbe, ma al di là delle sue possibilità d’investimento, alcune sono davvero accattivanti. In alcuni casi è stata anche coraggiosa, commercialmente parlando, ovvio, passando per generi che poco hanno a che fare con il suo stile, vedi Stay, o What now… mi fermo un attimo, perché effettivamente lo stile di Rihanna è proprio questo: non c’è. Ha una voce molto particolare, non molto estesa ma anche “chissene”, visto che non è caratteristica principale di una bella voce. La riconosci subito e dà un’aria insolita a canzoni che passerebbero altrimenti inosservate (in una discografia di un album all’anno si trovano chili e chili di ciarpame) ma che servono a giustificare lo sforzo discografico di un album altrimenti limitato ai quattro o cinque singoli che le faranno incassare una moltitudine di denaro. Good girl gone bad. Grazie, pure io e ora la smetto. Intendo dire, se oggi ci riesco, che non puoi semplicemente affermare che Rihanna sia un’artista hip-hop, rock, pop, rnb, e via dicendo… Esattamente cos’è? E’ una personalità ed è una voce applicabile qua e là, punto. Verrebbe da dire, bella carriera, vendersi l’anima. Ma basterebbe sfogliare gli annali degli ultimi 30 anni per vedere cosa è diventata la musica. Non stupiamoci se nel nulla emergono cantanti che non sono tali ma che andrebbero meglio in un manuale di fenomeno del costume. Cosa intende Rihanna? Mi vendo certo, perché così va il mondo, però almeno vi faccio Rihanna 2divertire, vi stupisco mettendomi abiti color uovo e alimento fantasie perverse (mica solo sessuali eh) e non pretendo di essere nulla più di tutto questo, anche se potrei. A me fa calare l’ansia. Almeno sappiamo con cosa abbiamo a che fare. Forse per alcuni suonerà come una bestemmia, ma la musica è anche spensieratezza, baggianate allo stato puro, poi magari un po’ d’impegno ogni tanto… ma è questo il problema: Rihanna suona grande perché attorno c’è assai poco e questo deforma l’immagine che ne percepiamo, dandole un potere che non avrebbe ragione d’essere. Cavolo se è brava! Non basta Adele con la sua musica fatta per essere ascoltata bendati a destabilizzare le vendite di Anti, l’ultimo prodotto della cantante barbadiana. Slittato più volte per avere terreno libero, ha fatto dell’inconsistenza d’innovazione la sua lente d’ingrandimento. Su internet girano opinioni discordanti. La mia paura era quella di ritrovarsi in una situazione simile a Bionic di Christina Aguilera (sì, m’è rimasto sul gozzo), un gran album e un gigantesco flop dovuto a una gestione improbabile. Nulla di tutto questo. Anti semplicemente ha canzoni che rombano tutte sullo stesso livello. Non è che non ci sono hits. Non ci sono brutture da riempitivo. Riguardo all’innovazione, personalmente, non ne trovo molta, anzi direi che gli argomenti sono triti e ritriti. Solita maestria dei parolieri che sono riusciti a musicare anche una parola come umbrella, effettoni incredibili, insomma, siamo pronti a partire. La coerenza non è mica una brutta cosa. Non mi strapperò i capelli per la commozione, non passerò notti insonni cercando di ritrovare il numero del mio ex sull’agenda, invece mi distrarrò dal canone Rai in bolletta, dall’assicurazione che non invia gli originali e sparerò qualche cavolata in più sul mistero degli usi e costumi della mia vicina. Ragazzi, non so voi, ma a me a volte non pensare serve. Per poter pensare meno ma in qualità.



Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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