La solitudine

Christina Aguilera 1Se c’è qualcosa che mi piace fare è, senza dubbio, prendere la macchina a tarda sera e gironzolare in avanscoperta di strade poco battute che a tratti sono contornate da paesi fantasma, tipici di horror movie.

Magari se posso evito le serate nebbiose, visto che nella mia zona la nebbia si taglia col coltello.

Tento sempre di sintonizzarmi su qualche radio che trasmetta qualcosa di decente, ma con scarso successo e perciò il tasto CD viene cliccato velocemente. Ed è raro che la voce potentissima dell’Aguilera non mi travolga facendomi venire il più delle volte un mezzo infarto (chissà perché trovo sempre un brano interrotto sull’acuto…).

La sua discografia è senza dubbio molto variegata. E’ un’artista che ha giocato molto col suo stile e in maniera anche molto furba. Nei suoi album tante tracce sono un riempitivo atto solo ad irrobustire l’immagine che ha scelto di costruire. Eppure, la sensazione che ne ricavo rimane un po’ la stessa: mi fa sempre pensare alla solitudine in tutte le sue sfaccettature. La solitudine che si cerca, quella imposta, quella che è solo la sensazione di un brutto momento.

Trovo davvero superfluo e banale rimarcare ancora quanto sia straordinaria la sua voce. Tecnica media, range amplissimo, elasticità notevole. E trovo altrettanto banale ricondurla così spesso ad un’antagonista di qualcuno. Il talento che riscontro in lei è quello di non farti sentire sola.

Christina Aguilera 2Ecco, credo che più o meno a tutte le persone dotate di una certa autocritica sia capitato di sentirsi un po’ una nullità, abbandonati dall’interesse dell’intero genere umano, una specie di tragedia vivente insomma… Beh, a me è capitato. E in un momento delicatissimo della mia vita, Bionic è stato un sostegno. Non tanto per i testi, sempre ironici e provocatori, puntati all’indipendenza femminile e alla sfacciataggine, tirando in ballo la diversità e quanto sia magico fare i conti con se stessi senza renderne conto agli altri. Ciò che è riuscito a raggiungermi è stato il calore umano, così colorato e spontaneo, che deve scalpitare da qualche parte, oltre i quintali di trucco, le mise succinte e i balletti al cardiopalmo (beato vocoder). Perché i vocalizzi di Back to Basics sono incredibilmente difficili da fare e Christina ha dato già ampia prova della sua padronanza vocale. Baby Jane travolge con video colorati e molto retrò. Intanto gli arrangiamenti sono essenziali e studiati per dare risalto alla positività che l’Aguilera sta vivendo in quel particolare momento. Stripped è un baraccone studiato per parlare (“non importa come, purchè se ne parli” cit.), scadendo anche nel volgare. Ma è ancora la voce, come se fosse la soluzione ad un indovinello, che ti fa pensare “ma sì! Ma viva la faccia!”. Se ripensiamo agli esordi (e pensiamoci bene, perché di strada ne ha fatta tanta) Christina è stata davvero coraggiosa, umile, ironica e soprattutto vicina al pubblico sfacciatamente come Diva. Perché lei è quello che è. Genie, X-Tina, Baby Jane, Madam X, The Unbreakable Flower: cioè tutto quello che può fare con la voce, tutto.

Per mio conto, devo solo smetterla di ritrovarmi ferma al semaforo in pieno centro città, cercando di cantare a squarciagola Monday Morning….. mi guardano tutti…

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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