Wicked: non è facile essere verdi

WickedA volte si può arrivare al teatro anche attraverso un libro.
Un paio di anni fa, ad esempio, ho trascorso una piacevole domenica pomeriggio a leggere L’amore è un rito, della scrittrice Francesca Borrione. Non è questa la rubrica adatta per recensire il libro, ma ve ne parlo perché Francesca, che poi successivamente ho potuto intervistare, è una grande amante del teatro musicale e in questa storia il suo protagonista maschile è appunto un performer, nel cast di un musical. La vicenda stessa è piena di citazioni tratte dai brani del suddetto musical, che io conoscevo solo a malapena a livello di titolo, dato che in Italia non è mai arrivato ufficialmente.
Mi riferisco a Wicked, nato nel 2003 con le musiche e i testi di Stephen Schwartz e il libretto di Winnie Holzman. Vincitore di tre Tony Awards, pur avendo ricevuto critiche contrastanti, è amatissimo dal pubblico ed è uno degli spettacoli più longevi di Broadway. Viene anche rappresentato nel West End di Londra e si contano varie produzioni internazionali, in Giappone, Germania, Australia, Olanda.
In Italia, come già detto, non è ancora arrivato. Si sa soltanto di una produzione amatoriale andata in scena nel 2013 a Savona.
Ma di cosa tratta Wicked?
Beh… racconta di quella che di solito non è mai la protagonista. Quella che di norma è considerata la cattiva. O, come in questo caso, la ragazza non popolare, giudicata senza essere davvero vista o conosciuta. L’avreste mai detto infatti che la perfida strega dell’Ovest non era affatto perfida?
Sì, intendo proprio lei, la strega di Il mago di Oz.
Il musical è basato sul romanzo, edito anche in Italia, Strega: cronache dal regno di Oz in rivolta, di Gregory Maguire, una rivisitazione dell’opera di Frank Baum a cui si ispirò il celebre film del 1939.
È una rivisitazione perché la protagonista è Elphaba, futura “strega dell’Ovest”, che qui è una giovane donna dal grande talento magico, nata con la pelle verde, da una relazione clandestina della madre. Ha anche una sorella, costretta su una sedia a rotelle (quella strega dell’Est che Dorothy schiaccia con la propria casa, arrivando dal Kansas) e al centro della storia c’è la sua controversa amicizia con Glinda, la strega buona del Nord.
Come nei più classici racconti di formazione, Elphaba e Glinda sono compagne di stanza a scuola, l’una brava e impegnata ma non popolare, l’altra bella e corteggiata. Anche dal protagonista maschile (proprio quello portato in scena dal personaggio creato da Francesca Borrione), il principe Fiyero, che pur essendo intrigato da Elphaba, preferisce fidanzarsi con la più convenzionale ed egocentrica Glinda.
Difficile rendere in un breve riassunto la profondità di questa originale interpretazione del mondo di Oz. Elphaba, che a Broadway ha avuto il volto di Idina Menzel, è uno splendido personaggio che riunisce in sé solitudine, emarginazione, coraggio, disillusione e speranza. Lotta in cerca di se stessa, contro il pregiudizio di chi non riesce a vederla come veramente è e le affibbia invece un’etichetta che non le corrisponde. È difficile essere verdi, non conformi a uno standard.
Quanto a Glinda e Fiyero… non aspettatevi da loro un percorso prevedibile. Il rapporto di amicizia e rivalità tra Elphaba e Glinda non condurrà dove si potrebbe credere. E Fiyero forse non è superficiale come sembrerebbe all’inizio. Anche la fine della storia rivelerà sorprese.
C’è davvero da sperare in una produzione italiana professionale. Nel frattempo si può cercare di recuperarlo nella versione originale. Pare sia anche previsto un adattamento cinematografico, nel 2016.
Dal canto mio ringrazio Francesca Borrione per avermi fatta incuriosire. Dalla curiosità partono sempre nuove strade.

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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