Tutù e sciarpe killer

Finalmente Halloween è arrivato! L’attesa è finita, domani sarà la notte più magica dell’anno!
Non so se si è capito, ma Halloween – assieme al Natale – è la mia festa preferita!
Sarà perchè è piena di magia? Mah, fatto sta che mi ha sempre affascinato.
Ormai si sa, da sempre il tema principale di questa festa è la morte: un tempo per i celti era la festa che celebrava la fine dell’estate, la “morte” del vecchio anno e la nascita di uno nuovo; ora invece, si parla di morte in senso più macabro e pauroso, non a caso i simboli che la rappresentano sono fantasmi, streghe, zombie e via dicendo…
Vorrei dedicare questo articolo proprio alla notte di Ognissanti, considerando come tema principale quello della morte associandolo al mondo della moda.
Il caso vuole che vi parlerò di tre ballerine la cui vita è finita a causa di un capo di abbigliamento!
La prima è Clara Webster.

Clara Webster

Era il 17 dicembre 1844 (Londra) e il tutù di Clara durante la rappresentazione de La Rivolta dell’Harem prese fuoco. Il palco, non essendoci ancora l’elettricità, era illuminato con lampade a gas e la fiamma venendo a contatto con il tulle impalpabile della gonna, trasformò la poverina in una torcia umana. Per la paura e lo sgomento nessuno ebbe la prontezza di chiudere il sipario, ma soprattutto di soccorrerla – i secchi antincendio erano vuoti – tutti assisterono così, alla sua morte in diretta. Aveva 23 anni.

La seconda fu Emma Livry.

Emma Livry

Per lei la sorte fu la stessa, anche se avrebbe potuto evitarlo.
Dopo il grave incidente della Webster, vennero fatti vari esperimenti per trovare un tessuto che, in caso di incidenti simili, sarebbe bruciato lentamente.
Una soluzione venne trovata: le sarte avrebbero trattato il tulle in modo tale da ritardare l’eventuale incendio.
C’era un unico problema: questo tipo di trattamento, a lungo andare, scoloriva il tulle rendendolo giallo e rigido, per questo le ballerine si rifiutavano di indossarlo.
Era il 15 novembre 1862 (Parigi), ed Emma, che si era rifiutata di indossare il tutù “antincendio” (le avevano fatto firmare una liberatoria a questo proposito), durante le prove de La muta dei Portici, sfiorò accidentalmente la fiamma di una lampada a gas, prendendo immediatamente fuoco.
Due ballerine provarono ad aiutarla, ma lei correva da una parte all’altra del palco provando a coprirsi con quel poco di tessuto del vestito che le era rimasto, aggravando in questo modo le scottature.
Alla fine un pompiere riusci a buttarle addosso una coperta bagnata, ma ormai non c’era più niente da fare.
Emma Livry morì a 21 anni, il 26 luglio 1863, otto mesi dopo il fatidico incidente.
Tuttora, in una teca del Museo dell’Opéra sono conservati una parte della cintura e un lembo di tessuto del tutù che indossò quel giorno.

L’ultima a morire a causa di un capo di abbigliamento fu la famosissima Isadora Duncan.

Isadora Duncan

In questo caso però non si trattò di un tutù, bensì di una sciarpa.
Isadora era solita usare sciarpe e veli nelle sue “danze libere” e fu proprio una di queste ad ucciderla.
Il 14 settembre 1927 (Nizza), Isadora salì sulla sua Bugatti decappottabile e salutando i suoi amici con la famosa frase “Addio amici, vado verso l’amore!” partì.
Purtroppo le frange della lunga sciarpa che aveva indosso si impigliarono nella ruota in modo così stretto da ribaltarla fuori dall’auto e trascinarla per parecchi metri, causandone la morte.
Aveva 50 anni.

Ed ecco che anche oggi abbiamo aperto qualche armadio! Adesso vi lascio che devo andare ad intagliare la zucca!!

Buon Halloween a tutti!!!

Caterina Vespignani

Sono Caterina e studio Fashion Global Design a Bologna. Adoro il vintage e tutto ciò che ha a che fare con la storia della moda. Amo la danza che da sempre mi accompagna, l'arte, la musica e la natura, in tutte le loro sfumature. Per ora non so cosa diventerò da grande, vedremo cosa mi riserverà il futuro!

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