Tradimenti: come Harold Pinter rende intrigante la banalità

tradimenti-come-harold-pinter-rende-intrigante-la-banalitaLa storia di Emma, Jerry e Robert in se’ sarebbe piuttosto banale. Emma e Robert sono sposati, Jerry è il migliore amico di Robert, anche lui sposato (con una moglie infermiera che viene solo nominata). I due uomini lavorano nel campo dell’editoria, Emma in una galleria d’arte. E Jerry e Emma sono amanti.
Tutto abbastanza scontato, vero?
La moglie che mette le corna al marito col suo migliore amico. Già visto e rivisto, no?
Il genio di Harold Pinter però sta nel modo in cui ci racconta questa apparente banalità, ovvero a ritroso.
L’opera teatrale, scritta nel 1978, inizia nel 1977, in un bar in cui si incontrano Emma e Jerry, ex amanti ormai già da due anni, e finisce nel 1968, quando durante una festa, un Jerry ubriaco tenta il primo approccio con Emma.
Questa narrazione alla rovescia oltre a rendere il tutto molto più interessante, conferisce alla vicenda una paradossale chiarezza.
Di scena in scena, andando indietro nel tempo, ci vengono anticipati dettagli che poi vengono via via esplicitati. Li vediamo accadere e il quadro si compone e prende vita: conosciamo Emma e Jerry quando la loro passione clandestina ormai è consumata ed esaurita, scopriamo che Robert sa da molto tempo e, riportandoci al principio, Pinter ci racconta quando e come è finita tra i due amanti, quando Robert ha saputo e come ha reagito. Ci racconta le falsità e le menzogne incrociate, la noia, gli ideali disillusi, la mancanza della fiducia. Una relazione extraconiugale che si conclude con un dialogo freddo e stanco che assomiglia più alla fine di un matrimonio, dopo essere nata nell’epoca libera e audace del ’68. Un’amicizia tra un tradito e un traditore dove però i ruoli non sono poi così ben definiti come si potrebbe pensare.
La mano dell’autore si riconosce nei dialoghi: asciutti, concisi, anch’essi di una banale quotidianità solo apparente, poiché, come sempre con Pinter, la profondità sta tra le righe, nelle parole non dette, nell’inflessione della pronuncia delle frasi, negli sguardi, nei gesti. Un realismo che è il cuore dell’opera, la rappresentazione, come anche in L’amante, di quelle maschere che si indossano nella vita di tutti i giorni, per gioco, per necessità, per amore, per opportunismo, per indifferenza.
Pinter prende spunto dalla propria storia personale: sposato con un’attrice, ebbe una relazione di sette anni (la stessa durata del legame tra Jerry ed Emma) con una presentatrice televisiva, ma non c’è in lui un intento moralistico, quanto piuttosto una volontà sottile e intelligente di indagare i rapporti e le differenti visioni individuali all’interno di essi.
Nel 1983, Tradimenti è diventato un film con Jeremy Irons, Ben Kingsley e Patricia Hodge, mentre attualmente, sui palcoscenici italiani, è in corso per la seconda stagione il tour della versione diretta da Michele Placido, con Ambra Angiolini, Francesco Scianna e Francesco Biscione. Sono previste tappe sino a febbraio 2017, a Omegna, Biella, Ivrea, Pavia, Ortona, Fermo, Barletta, Bitonto, San Severo, La Spezia, Chiasso, Milano, Reggio Emilia, Vigevano, Varese. Se siete nei pressi e vi va, non perdete l’occasione di scoprire o ritrovare lo stile di Harold Pinter e la sua spiazzante onestà nascosta (solo a prima vista) tra le righe.

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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