Così, dopo la tribolazione dovuta ai nostri Momenti di Terrore Assoluto che ci hanno tenuto compagnia il mese scorso, si può finalmente tornare alla quotidiana tranquillità, fuori dal turbinio di spiriti, fantasmi, bimbi che suonano al campanello… cose così. Tranquillità… circa. Non so voi, ma questo termine non sembra calzare perfettamente con l’ultimo periodo della mia esistenza. Ma tant’è, mi risiedo molto volentieri a godermi un po’ di trastullo mentale, parlandovi di un’occasione felice in quel di Bologna che, qualche sera fa, ho colto al volo.
E’ un periodo molto intenso e carico d’impegni, dicevamo, ma ricevo una telefonata inaspettata che m’invita a gustarmi dal vivo Francess nella cornice del Friday Night Blues presso l’hotel Relais Bellaria.
Lo so, è la prima volta che bisso un post su un artista, ma penso che potrei inaugurare anche un pochino di questa nuova vena. In fondo, se un progetto merita, è davvero bello vederlo crescere. Ed è proprio ciò che sta accadendo con Francess, che, tra l’altro, mi ha dato spunto di riflessione: ciò è bene.
Sarò onesta: ho vinto un po’ di me stessa nell’alzare il fondoschiena e smuovermi dal torpore serale che mi fa desiderare solo d’infilarmi sotto le coperte per leggere un bel capitolo di un qualche libro succulento. Ma la pigrizia si può vincere, se ne vale la pena.
Quindi, di fronte a me alcune problematiche rispetto alle quali mi sono posta le soluzioni per affrontare il trauma:
1. La macchina. Adoro guidare la mia leonessa motorizzata, soprattutto la sera. Avete mai affrontato la tangenziale di Bologna? Io sì. E tutte le volte ha grandinato.
2. Compagnia. Andarci da sola? Ma no, che tristezza. Invitiamo qualcuno all’ultimo minuto, giusto per stare un po’ sul filo del rasoio: io, leonessa motorizzata e tre quarti di pera, tutti in viaggio per Bologna.
3. Look. Cosa mi metto? L’appuntamento è in una cornice decisamente curata, che poi per mia somma fortuna ho anche scoperto essere molto piacevole e ospitale. Ok. Tiriamo fuori rossetto squillante: sono bianca come un fantasma (appropriato nel periodo post Halloween) e poi un rossetto vivace veste.
4. Intervista. Si, no? Ti preparerai qualche domanda da fare a Francess? Assolutamente no. Non sono giornalista e odio fare domande. Ne ho fatta solo una che era pure idiota.
Risolte le questioni pratiche, devo dire che era un po’ di tempo che un live non mi colpiva così tanto. Intanto un live acustico è quanto mai di più difficile da affrontare: se sbagli si sente ma non hanno sbagliato affatto. La voce di Francess è da subito trascinante e i brani convincenti. Il tempo vola e anche il camparino shakerato scivola giù che è un piacere.
Ci sono situazioni che arricchiscono con un niente. Che poi proprio niente non si rivela essere. Andare ad ascoltare un artista dal vivo e poter anche accedere a quel mondo che gira nel dietro le quinte, farci quattro chiacchiere e scoprire anche una certa vena di saggezza, non è proprio niente: è una botta di vita tanto quanto l’energia che, nel caso specifico di Francess, si scatena sul palco. La capacità che alcune persone hanno di regalare emozioni, può dare alla testa, ma non in questo caso.
Tante volte nei propri talenti ci si rifugia e ci vuole tanta umiltà per scoprire che probabilmente la strada che si sogna non è meglio di un ritorno alla realtà. I motivi possono essere tanti, a volte si può essere grati della crudezza con cui si può esprimere un mentore, una sorta di disincanto che ti mette sulla strada giusta per realizzarti. Beh, c’è chi si offende e chi ringrazia. Chi ringrazia è perché è onesto con se stesso e allora bisogna battere un pugno sul tavolo e dirsi: questa persona merita ed è meglio osservarla. Magari ascoltarla.
Rimango sul vago, ma in realtà è l’aria che si respira attorno a questa cantante: finalmente mi si è svelato l’arcano del perché una voce convince. Senza dubbio contano la timbrica, l’intonazione, la tecnica, la presenza, etc.. ma soprattutto conta l’intenzione, nel senso del modo in cui ci si pone nelle cose. Personalmente ho goduto attimi coinvolgenti ma in tutta leggerezza, è stato davvero un piacere ascoltarla. Mancava solo di potersi accendere una sigaretta e godersi lo spettacolo alla vecchia maniera. Oltretutto arrivare in un luogo, nel quale ti aspetti magari di rimanere al margine, e trovi invece persone appassionate di musica che cercano di allietare ma anche di far conoscere realtà che hanno bisogno di sbucare, è davvero una sensazione rincuorante. Ecco come sono uscita dal mio appuntamento al Friday Night Club con Francess: rincuorata.
Il live che propongo non è tratto dalla serata, ma il pezzo è veramente carino: Cool dall’album Apnea.