“L’Amante” di Harold Pinter: gioco erotico con sorpresa

Harold PinterLa scorsa estate mi è capitato di assistere ad uno stage di recitazione in cui gli studenti dovevano portare alcune scene di quest’opera di Harold Pinter, uno dei più importanti drammaturghi inglesi del Novecento, premiato con il Nobel per la letteratura nel 2005. Un’esperienza davvero interessante vedere analizzata l’interpretazione dei suoi dialoghi essenziali eppure carichi di sottintesi e significati da decifrare.
Successivamente ho trovato su Youtube una versione realizzata da Elena Bucci e Marco Sgrosso, portata in scena al Teatro Stabile di Brescia, con surreale eleganza e suggestive scelte registiche.
Testo asciutto, una scena pressoché vuota e due soli personaggi. Anzi quattro, che sono sempre comunque due. Richard e Sarah, una coppia borghese, sulla quarantina. E i loro amanti. Lui va a trovare Sarah a casa, dopo che Richard è andato al lavoro. Per le sue visite, lei scambia sempre le scarpe basse della vita quotidiana con seducenti tacchi alti. Richard invece frequenta una prostituta. Gli interessa soprattutto essere soddisfatto. Entrambi i coniugi sanno delle reciproche relazioni. Ne conversano persino, in dialoghi educati che spaziano dalla temperatura al traffico, dalle persiane ai fiori. Come se gli amanti fossero ulteriori accessori acquisiti della loro quieta esistenza, che accettano con grazia.
Tutto falso. Un sofisticato inganno.
Lentamente lo spettatore capisce che i due amanti non sono altro che gli stessi Richard e Sarah, che alimentano insieme un gioco erotico costruito sulla finzione. Maschere che vacillano, trasgressione posticcia che sfocia nell’inquietudine di una coppia che necessita di recitare per mantenere e proteggere il desiderio, sensualità un po’ disperata, sul filo dell’assurdo.
Fino a quando può continuare la recita? Fino a dove si può spingere?
Per quanto si può impersonare l’amante del proprio compagno senza avvertire alla gola un nodo di ansia e gelosia?
Non vi dico come termina l’inganno. O se termini, in effetti…
Però se nel programma di una stagione teatrale doveste imbattervi in “L’amante”, non perdetevelo. Vi intrigherà. La storia di Richard e Sarah, in fondo, potrebbe essere la storia di molti di noi. Più persone di quelle che crediamo, nella realtà, mettono in scena ogni giorno finzioni più o meno complesse, per vivere meglio o convincersene. Amaro, ma istruttivo. Magari anche un po’ catartico.
Il teatro è anche questo: ci permette di riflettere sulle maschere. A volte indossarle è un’arte, a volte un’opportunità, altre un alibi oppure una fuga. Sta a noi scegliere se e come nasconderci dietro di esse.
Come diceva lo stesso Pinter : «Viviamo nella repressione e fingiamo di vivere nella libertà».

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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