Speciale San Valentino (1/4): Splendore nell’erba, l’Amore Acerbo




Se siete adulti, lo avete vissuto. Se siete giovani, sta accadendo ora.
Così si dice nel trailer di Splendore nell’erba, bellissima, dolorosa opera del 1961, firmata da Elia Kazan.
Stiamo parlando del primo amore, quello la cui acerba, ancora sconosciuta forza spesso sconvolge come poco altro nella vita.
Così sarà quantomeno per Deanie. La dolce, fragile Deanie, che ha la bellezza delicata ed insieme intensa di Natalie Wood.
Se nel musical West Side Story, la Wood aveva raccontato un giovane amore spinto sino all’estrema tragedia, in Splendore nell’erba delinea un primo amore spogliato dal romanticismo lirico, affondato nella più amara, malinconica realtà, quella con cui si scontra la crescita, la scoperta dei compromessi, delle rinunce, della caduta degli ideali, giusto o sbagliato che sia.
Una storia che è anche figlia del suo tempo, ambientata sul finire degli anni Venti, dominati da un moralismo soffocante.
Deanie ama ricambiata il bel Bud. Sono liceali di estrazioni sociali diverse, ma il problema non è quello, quanto appunto piuttosto la rigida morale dell’epoca, quella per cui le brave ragazze arrivano vergini al matrimonio e le donne, in generale, non devono provare interesse per il sesso, il quale è più che altro un sacrificio che compiono a favore degli uomini (i mariti, si intende). Le altre, l’altro tipo di ragazze, (come la ribelle, controversa sorella di Bud) vanno bene per “alleggerire la pressione sanguigna” nell’attesa di impalmare le candide fidanzate, ma non valgono di più.
E basta poco per passare dalla categoria giusta a quella sbagliata.
Deanie e Bud si amano e si desiderano, controllarsi è sempre più difficile. A scuola parlano loro dei cavalieri della Tavola Rotonda, dell’amor cortese e dell’onore delle dame, a casa il padre di Bud gli fa discorsi molto piantati per terra: vuole sposare Deanie? Va bene, ma perché affrettare i tempi in preda all’esaltazione?
Che faccia prima il college, che si costruisca un futuro, fra quattro anni se ne riparlerà…
Parole che, bisogna ammetterlo, hanno anche una loro ragionevolezza, ma pesanti come macigni per due ragazzi che non possono amarsi come vorrebbero.
Tra i due, comunque, a pagare il vero scotto sarà Deanie. Bud sarà più forte e ligio al dovere, favorito anche dalle maggiori “libertà” concesse al suo sesso, mentre lei, sempre più limitata e accerchiata, sensibile e preda della passione, subirà un crollo nervoso e verrà allontanata per essere “curata”.
Il film segna il debutto cinematografico, nel ruolo di Bud, di Warren Beatty, fratello minore di Shirley McLaine (si vocifero’ di una sua relazione proprio con Natalie Wood) e vi compare anche, come reverendo, William Inge, autore della sceneggiatura, che si guadagnò un Oscar. Ma va visto soprattutto per lei, Natalie, incarnazione perfetta di un’adolescente appassionata e lacerata, costretta a crescere nel modo più amaro. Natalie che nella vita ha avuto un destino ben più triste, andandosene a soli quarantre’ anni.
Sembrano quasi anche per l’attrice, e non solo per il personaggio, i versi di William Wordsworth che risuonano lungo il film e da cui nasce il titolo stesso. Deanie li studiava a scuola e ripensa ad essi, dopo aver rivisto Bud, una volta “guarita” e tornata a casa.
Serve rivedere il primo amore? Capiremo di averlo dimenticato o ci farà ancora battere forte il cuore? Sarà una delusione o una conferma?
Ad ognuno la sua risposta. Quella di Deanie, mentre si lascia Bud alle spalle, è nel suo sorriso malinconico ed in quei versi che ricorda.

“se niente può far che si rinnovi
all’erba il suo splendore
e che riviva il fiore
della sorte funesta
non ci dorremo
ma ancor più saldi in petto godremo
di quel che resta”

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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