RECENSIONE – “Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza”

Un piccione seduto su un ramo rilfette sull'esistenzaTitolo originale, non c’è dubbio, ed in effetti incuriosisce e non poco. E per chi – come me – si fosse lasciato sfuggire a suo tempo questa perla dello svedese Roy Andersson, è possibile rimediare in questi giorni grazie alla messa in onda su Sky. Un film alternativo, se si considera il panorama dell’intrattenimento mainstream.

Si inizia con una breve trilogia sulla morte e si inizia alla grande, soprattutto per chi non sa cosa aspettarsi, perché si ritroverà a sorridere e pure a ridere: per primo l’uomo infartuato stappando una bottiglia mentre l’ignara moglie spadella e canticchia in cucina, poi l’anziana signora sul letto di morte aggrappata con le unghie e con i denti alla borsa contenente i gioielli di famiglia che non vuol lasciare ai figli e infine il passeggero di un traghetto che tira le cuoia al ristorante subito dopo aver pagato ma prima di aver consumato.

Da qui si prosegue per episodi, spezzoni dal chiaro senso pittorico – Otto Dix, a detta di Andersson – assurdi ed esilaranti per chi apprezza l’humor nero: rappresentanti di articoli per il divertimento, ossia denti di Dracula, un sacchetto che emette una risata e la maschera di “zio Dentone”; la Taverna di Lotte la Zoppa che vende grappa per 50 centesimi o, se si tratta di marinai squattrinati, per un bacio; Re Carlo XII che irrompe in un bar di oggi cacciando le avventrici donne e ammiccando al bel cameriere…

Nel susseguirsi degli episodi – e con Glory, Glory, Halleluja come motivo di sottofondo – vediamo il ritorno di alcuni personaggi, tutti impassibili, come i due venditori Sam e Jonathan che, imperturbabili e senza espressione in volto, ripetono a tutti i loro potenziali – ma mai effettivi – clienti il motto “vogliamo far divertire la gente”, cosa che non gli riesce affatto, anzi, spesso ottengono l’effetto opposto.

Un film esistenzialista che, stando a quanto dice lo stesso regista, esprime «la tensione che c’è nell’esistenza tra banalità e serietà». Ed effettivamente è questo che ci viene in mente quando, a più riprese, alcuni dei personaggi ripetono al telefono, ad un interlocutore che noi spettatori non vediamo, “sono contenta di sentire che state bene, quando nessuno e niente qui sembra stare bene in realtà, creando così un effetto comico al quale è difficile resistere.

Fatto di nonsense e surrealismo, è lo humor il protagonista di questa pellicola e attraverso la sua lente guardiamo noi stessi, le nostre manie e la nostra solitudine.

Il film si è aggiudicato il Leone d’Oro a Venezia nel 2014.

«Sono contenta di sentire che state bene… già, già…»






Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza” (“En duva satt på en gren och funderade på tillvaron”, commedia drammatica, Svezia, 2014) di Roy Andersson. Con Holger Andersson, Nisse Vestblom, Lotti Törnros, Charlotta Larsson, Viktor Gyllenberg, Jonas Gerholm, Ola Stensson, Oscar Salomonsson, Roger Olsen Likvern. Produzione: Roy Andersson Filmproduktion AB, 4 ½ Film, Nordisk Film – & TV-Fond.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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