RECENSIONE – “The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca”

The ButlerLa storia di questo film è tratta dalla vita di Eugene Allen, maggiordomo nero della Casa Bianca la cui storia è stata raccontata da Wil Haygood, reporter del Washington Post, all’interno del suo speciale sulla vittoria di Obama nel 2008.

Allen ha avuto un posto in prima fila nella storia poiché ha servito tutti i presidenti statunitensi da Eisenhower a Reagan, fino ad arrivare al giorno della realizzazione di ciò che è stato per tanto tempo il sogno di tutta la comunità afroamericana: un uomo nero alla Casa Bianca e finalmente non in un ruolo da servitore.

Nel film di Lee Daniels, che personalmente ho trovato in gran parte stucchevole e forzato, Eugene Allen è rinominato Cecil Gaines (Forest Whitaker) e per lui viene inventato un trauma a sfondo razzista avvenuto durante l’infanzia, oltre ad un matrimonio travagliato ed un figlio membro dei Black Panthers.

Gaines porta con sé un fardello romanzato di quelli che sono state delle vere e proprie problematiche storiche: un fardello che i suoi datori di lavoro non possono fare a meno di notare, avendo così la possibilità di rivendicare un lusinghiero interesse per i diritti civili.

Forest Whitaker interpreta Gaines con equilibrio e compostezza ma il resto dei personaggi, specialmente per quanto riguarda i vari presidenti, sembra poco credibile: Robin Williams nei panni di Eisenhower, James Marsden è un Kennedy dagli alti principi quasi sottomesso alla moglie, Liev Schreiber un Johnson che abbaia ordini seduto sul water, John Cusack un sudato e cattivo Richard Nixon e persino Jane Fonda nei panni di una piatta Nancy Reagan. Infine, nei panni di Gloria, la tormentata moglie di Cecil, abbiamo nientemeno che Oprah Winfrey, sempre, a mio avviso, interprete tediosa.

The Butler”, che cavalca l’onda del successo della serie televisiva britannica “Downton Abbey” senza riuscire a replicarne il fascino, è un film legnoso e nonostante il suo nobile impegno nel raccontare eventi storici importanti, non si avvicina minimamente all’agilità e vivacità dell’analogo “The Help” di Tate Taylor (2011), appesantito oltretutto dall’insistenza sulla presunta buona fede dei politici bianchi.

Forse traendo ispirazione dal film del 1993 di James Ivory “Quel che resta del giorno”, si presume che lo spettatore ammiri la resistenza e persino l’eroismo di Gaines. Tuttavia, se da un lato Cecil è dipinto come un padre duro e al tempo stesso amorevole, sul lavoro è un personaggio sottomesso che non cresce o si modifica in relazione ai potenti con cui entra in contatto. Il film attribuisce a Cecil una vittoria riguardante il salario dei neri alla Casa Bianca sotto la presidenza di Ronald Reagan; ciononostante non vediamo una sola scena in cui questo accada. L’amarezza che caratterizza il personaggio di Cecil, anziché suscitare commozione o apprezzamento, lascia piuttosto il posto alla noia.

Cecil: «Gli americani chiudono sempre un occhio su quello che hanno fatto al loro popolo. Guardiamo il resto del mondo e giudichiamo. Sentiamo parlare dei campi di concentramento ma quei campi ci sono stati per ben 200 anni anche qui, in America.»


“THE BUTLER” (USA, 2013, drammatico) di Lee Daniels. Con Forest Whitaker, Oprah Winfrey, Mariah Carey, John Cusack, Jane Fonda, Cuba Gooding Jr., TerrenceHoward, Lenny Kravitz, James Marsden, David Oyelowo, Alex Pettyfer, Alan Rickman, Vanessa Redgrave, Liev Schreiber, Minka Kelly, Robin Williams, Jesse Williams, Melissa Leo, Nelsan Ellis.
Produzione: Laura Ziskin Productions, Salloway Rubenstein Productions, Windy Hill Pictures.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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