RECENSIONE – “Locke”

Locke

Siamo in Gran Bretagna, è una notte piovigginosa e un uomo, che è anche il protagonista del film, sta lasciando un cantiere di Birmingham a bordo della sua BMW. Si tratta di Ivan Locke (Tom Hardy), un professionista nel campo delle costruzioni. Un uomo altamente affidabile, un perfezionista in tutto, non solo nel suo lavoro, perennemente puntuale e in controllo di ogni cosa.

A casa lo aspettano la moglie Katrina e i figli Eddie e Sean per seguire tutti insieme la partita di calcio della loro squadra del cuore.

Ma Locke a casa non ci arriverà mai, anzi, non uscirà mai nemmeno dalla sua auto. Non solo, non tornerà nemmeno al lavoro, dove lo aspetta un compito di responsabilità enorme: dirigere la più grande colata di calcestruzzo d’Europa, per la costruzione di un nuovo grattacielo.

Perché il sempre responsabile Locke sta tradendo così la fiducia di tutti? Ha fatto qualcosa, ha commesso un errore irrimediabile ma non è intenzionato a tradire anche se stesso: farà quello che, secondo lui, è corretto fare, adempirà a quella che ritiene essere la sua responsabilità in quel momento. Tuttavia, questo cambierà drasticamente tutta la sua vita.

Si tratta di un thriller davvero avvincente ed originale: per tutto il tempo vediamo un solo personaggio ed un solo luogo, rispettivamente Locke e la sua BMW. Il suono del telefono che squilla in continuazione dà un senso di tensione e ansia. La claustrofobia suscitata dal personaggio chiuso nell’auto, dalla quale non uscirà mai e sulla quale si riflettono senza sosta le luci della città, è simbolica della sua condizione, della crisi che la sua vita sta attraversando, intrappolata da un errore che – in un destino ironico e beffardo – si ripete di padre in figlio.

Di grande spessore è anche l’interpretazione di Tom Hardy che, nei panni di un personaggio decisamente diverso dal solito, dimostra di essere perfettamente in grado di recitare in una chiave minore: la voce calma e bassa, i gesti tranquilli e meditativi, come se Locke stesse cercando di persuadere non solo chi sta all’altro capo del telefono ma anche, e forse soprattutto, se stesso che tutto andrà bene.

Un thriller fatto di voci, intonazioni e suoni che, raccontato con eleganza, ci ricorda quasi un romanzo radiofonico.

Locke: «Fai un solo piccolo errore ed ecco che tutto il mondo ti crolla addosso».


https://www.youtube.com/watch?v=afh33BgQwvI




Locke” (USA/GB, thriller, 2013) di Steven Knight. Con Tom Hardy, Ruth Wilson (voce), Olivia Colman (voce), Andrew Scott (voce), Ben Daniels (voce), Tom Holland (voce), Bill Milner (voce), Danny Webb (voce), Alice Lowe (voce), Silas Carson (voce), Lee Ross (voce), Kirsty Dillon (voce).
Produzione: Shoebox Films, IM Global.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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