RECENSIONE – “L’arbitro”

L'ArbitroIl mondo del calcio è bello perché è vario e, come ci mostra questo film, imprevedibile.

Seguiamo due vicende che apparentemente hanno poco in comune. Una è quella di Cruciani (Stefano Accorsi), giovane e ambizioso arbitro di fama internazionale e quella di una sfortunata squadra di terza divisione sarda, l’Atletico Pabarile, la peggiore della sua categoria e perennemente umiliata dagli eterni rivali del Montecrastu.

Le sorti dell’Atletico Pabarile si risollevano improvvisamente quando, dall’Argentina, torna Matzutzi (Jacopo Cullin), che si rivela essere un goleador inarrestabile. La squadra risale la classifica fino a giocarsi il campionato in un’agguerrita, quanto surreale e comica, finale contro il Montecrastu.

Due mondi completamente diversi quello di Cruciani e quello della squadra sarda. Il primo è fatto di stadi monumentali, riflettori, prati verdi, decine di migliaia di spettatori e calciatori dal fisico scultoreo; il secondo invece è quello dei campi polverosi senza un filo d’erba, le reti delle porte mezze strappate, qualche decina di spettatori e squadre composte da calciatori di tutti i tipi, giovani e vecchi, magri e grassi e tutt’altro che atletici. Ad accomunarli, invece, due aspetti: la passione dei tifosi e dei calciatori ma, soprattutto e come vedremo, la corruzione degli arbitri!

Nonostante il sostanziale abisso che separa questi due universi, l’ambizione di Cruciani lo porterà a commettere un errore immenso che pregiudicherà la sua intera carriera e sarà a quel a punto che i due mondi si incroceranno.

Film esilarante – soprattutto grazie all’interpretazione di Geppi Cucciari nei panni di Miranda, figlia di Prospero (Benito Urgu), l’allenatore non vedente dell’Atletico Pabarile e le movenze dell’arbitro Cruciani, teatrali e coreografiche, provate al ritmo di swing – ma che, nonostante la scelta del bianco e nero, quasi a voler collocare gli eventi in un passato non ben precisato, non manca di riferimenti alla storia calcistica più recente, come Mureno (Francesco Pannofino), l’arbitro corrotto il cui nome richiama chiaramente quello del tristemente celebre – almeno per i tifosi italiani – dell’arbitro Moreno; e poi i più recenti fatti relativi al calcio scommesse.

Il film, brillante esordio alla regia di Paolo Zucca che ha aperto la decima edizione del Festival del Cinema di Venezia, è una spassosa commedia grottesca, originale e da non perdere.

Prospero: «Che cos’è questo?»

Giocatori: «Un pallone sgonfio» – «Una sfera» – «Una ruota»

Prospero: «No! Questa è aria. Aria foderata di cuoio. E l’aria vola! Vola dalle fasce al centro…»






L’Arbitro” (commedia, 2013, Italia/Argentina) di Paolo Zucca. Con: Stefano Accorsi, Geppi Cucciari, Jacopo Cullin, Alessio Di Clemente, Marco Messeri, Grégoire Oestermann, Benito Urgu, Franco Fais, Quirico Manunza, Marco Cadau, Andrés Gioeni, Gustavo De Filpo, Francesco Pannofino. Produzione: Classic, Rai Cinema.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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