«Adesso guardo giù.
Tutto è cambiato.
Qualunque cosa fosse
quella per cui ho pianto
era una cosa selvatica e delicata,
quei piccoli occhi neri
che mi amavano in segreto».
James Wright
Se idealmente la mia vita fin qui potesse essere rappresentata da una strada, la immagino come un sentiero bianco, piuttosto stretto, di campagna, forse a fianco di un fiume, con tante curve, qualche dosso, molte buche. Un sentiero di ghiaia costeggiato d’erba, con delle pozzanghere, perché sulla mia strada di sicuro piove. E poi, così, dentro ci si possono riflettere le nuvole e le stelle.
Tra i sassi e la polvere, quel poco di fango, di certo crescono fiori e si distinguono orme. Sì, le orme ci sono per forza. Non solo le mie, non solo quelle delle persone che con me hanno camminato. Ci sono anche orme più piccole, tante…
Girandomi, li vedo tutti, lì a seguirmi. I gatti, dei più svariati colori, con le loro code dritte, un coro di fusa e di baffi che fanno solletico. I cani, scodinzolanti, i musetti che sembrano sorridere. Con alcuni siamo stati insieme anni, con altri a volte solo pochi mesi. Ma ci sono tutti.
Quanto mi hanno fatto ridere. E quanto mi hanno fatto piangere.
Quanto amore, soprattutto. Amore senza compromessi. Amore di piccole grandi anime.
Non sottovalutatelo mai, se avete la fortuna di goderne.
Quelle piccole orme sono più profonde, sul cuore, di quanto crediate.