Mattina d’autunno dopo la pioggia

Mattina d'autunno dopo la pioggia«Dormirei poco,
sognerei di più,
essendo cosciente che
per ogni minuto
che teniamo gli occhi chiusi,
perdiamo sessanta secondi di luce».
Gabriel Garcia Marquez

Dopo una notte di pioggia, in autunno, vengono mattine in cui la luce diventa quasi solida e buca il cielo di un azzurro che fa persino male, scendendo in colonne luminose che vanno a plasmare l’ombra e a ridisegnarla, a donarle un’insperata chiara profondità.
Cammino senza fretta, con questa luce viva e tangibile che penetra le fronde degli alberi, carichi di foglie in attesa di farsi portare via dal vento. Ma in questa mattina dopo la pioggia le foglie non vogliono ancora volare via, stanno sui rami come ornamenti ideali che la luce usa per inventare nuovi riflessi. Mi feriscono gli occhi e mi costringono ad alzare una mano per schermarli. Il riflesso però mi colpisce anche dal basso, dalle pozzanghere in cui la luce si tuffa e neanche sembrano più fatte d’acqua: dentro di colpo c’è tutto un mondo di lampioni e case alla rovescia, di nuvole che traboccano dagli orli come la schiuma del cappuccino.
E quindi è luce dappertutto. Sopra, sotto, intorno. Luce che accende e scintilla.
Io, lì in mezzo forse sono l’unica figura opaca, banalmente umana.
Ho solo un cellulare, l’illusione di poter conservare in uno scatto questa luce che costruisce altra luce. E me la racchiudo in un bianco e nero che posso tentare di capire. A colori, credo, mi accecherei.

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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