Lui parlava di sogni

Lui parlava di sogni
«Perchè è questo che facciamo noi narratori.
Ristabiliamo l’ordine con l’immaginazione.
Infondiamo speranza, senza sosta».
Da “Saving Mr.Banks”

C’è un angolo di Verona dove il volto scolpito di un grande narratore guarda verso l’alto. Forse nella notte a stelle che lui soltanto può vedere. Magari di giorno a disegni di nuvole che solo lui può decifrare.
Lui che ha consegnato ad un volo di angeli l’anima di un principe danese ucciso in duello. Lui che ha domato una bisbetica, raccontato di re, lord, tempeste, comari e mariti gelosi. Lui che ha creato due degli amanti più famosi della storia.
Lui che soprattutto, più e meglio di molti altri, ha saputo parlare di sogni, come uno dei suoi più celebri personaggi. Sogni folli, sogni di notti di mezza estate, sogni che circondano le nostre piccole vite.
Piccole vite che lui rendeva grandi, immortali, indimenticabili.
Persino la sua ha il sapore della leggenda e del mistero, il suo volto, questo volto scolpito divenuto nel tempo un’icona.
Nella sera calda di primavera resto lì a guardarlo, con i suoi occhi verso l’alto, perché poi del resto è giusto così: non potrebbero guardare noi, qui a camminare per le strade, nella comune realtà. Le storie sono lassù, in mezzo ai sogni che tanto hanno alimentato le sue opere. Forse seguendo il suo sguardo si può intravederne la scia luminosa.
William Shakespeare guardava lontano. Ben più di tutti noi.

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

One Comment

  1. William Shakespeare aveva capito, forse, che la distanza tra l’uomo e il cielo si accorcia con la fede nei propri sogni e in quelli altrui.

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