L’impresa titanica

Dire Straits 1

Considerato che mai come in questi giorni desidererei essere il Titanic e scontrarmi con un iceberg (magari evitando una strage), tento di non far accendere la spia del surriscaldamento al mio povero agglomerato grigio accomodato nel cranio: non che sia di grande pregio, ma sufficiente a mettermi in situazioni che sfumano dall’imbarazzante al divertente. Ecco, ho già scritto un periodo piuttosto contorto.

Siccome non sono una che si fa abbattere dal caldo, ma sono una che preferisce sovraccaricarsi d’impegni per poi lamentarsi di essere stanca, ho deciso di prendere la mia fedele quattro ruote e imbarcarmi in tragitti interminabili per le sterminate e assolatissime lande basse: perché cavolo tagliano gli alberi?

Non è l’unica domanda che ha attraversato la mia mente come un Eurostar, con relativo ritardo di una buona mezz’ora. No. Stare dietro all’anziano che guida un Audi GT con coppola di lana facendo fissi i 60 orari, ti da il tempo di considerare dilemmi antichi come l’universo. Conosce la trazione anteriore? Lo sa che il limite è dei 70 km/H? Ma soprattutto, perché?

Sono in periodo d’interrogativi imbarazzanti: mi ritrovo sempre più spesso ad annuire sfoggiando disinvoltura senza aver capito un accidente del concetto che mi stanno passando. Mica è normale, no? Ecco, per me ormai è la normalità. E’ che mi sembra offensivo nei confronti dell’interlocutore. Eppure, ogni tanto, credo si accorgano dell’ attimo di espressione spaesata. Credo di essere in piena sindrome Titanic. Ok, spegnamo il riscaldamento globale, così, forse, il mio cervello potrebbe tornare a ragionare ed essere utile per qualcuno, almeno per la sottoscritta, non solo, ma il pianeta ringrazierebbe nonostante abbia tutto il diritto di nutrire del sano risentimento/odio puro nei confronti dell’essere umano.

Dire Straits 2Detto tutto ciò, cosa c’entrano i Dire Straits? Loro sono la colonna sonora ideale per i momenti in cui non capisci che stai facendo le cose fissate per venerdì e sei solo a mercoledì… sì, insomma, quella vocina che ti dice “rallenta, rallenta, tanto la polvere si alza ma poi si deposita di nuovo”. Non so esattamente cosa dei Dire Straits mi ispiri tutto ciò. Devo cominciare a controllare la composizione dello zampirone, pensare di trasferirmi in Islanda, o cose così… ho un cd che ho trovato almeno una quindicina di anni fa in un cestone del supermercato a mille lire, o giù di lì: Making Movies, anno 1980 (e non ero ancora nata, tiè), una bella copertina rossa… gira nel mio lettore automobilistico ormai da qualche settimana: inizialmente si era incastrato ma poi ho tirato fuori una pinzetta da orologiaio e.. ok, non so come facessi ad avere una pinzetta da orologiaio, comunque il cd gira e suona per piacere mio personale. Mark Knopfler, quest’uomo che unisce più consonanti di un mobile svedese in un cognome, colui che infila parole così velocemente che se riesci a stargli dietro e canticchiare senza inventare, ti smuove un moto d’orgoglio tale da chiederti: perché un pezzo come Tunnel of love viene tagliato dalle radio? Otto minuti, su 24 ore di un’intera giornata… un caffè, una sigaretta, maledetta pubblicità. Ti sogni con le dita su un’elettrica ad attaccare pezzi immortali e improvvisamente ricordi The walk of life e ti dici “beh, in fin dei conti posso accontentarmi di suonare un riff di tastiera”. Ma no, sono sogni, che cavolo! Vai di elettrica!

Tranquilli che la titanica impresa di scrivere questo post terribile è quasi al termine, vorrei solo puntualizzare una cosa: avevo ragione io! Sono inglesi, non australiani! Qualcosa ci prendo ancora!!! E ora che ho questa consapevolezza posso evitare, come al solito, l’elenco dei capolavori. Perché a me interessa il disco rosso. Questo disco racchiude tutto lo spirito di questa band: una sorta di armiamoci e partiamo all’avventura ma aspetta un momento che per far fiesta ci vuole prima la siesta. Ok, odiatemi per quest’ultima ma perdonatemi perché sono titanica, nel senso che mi avvicino sempre di più al disastro.

Inoltre quest’album è rappresentativo del prendere una posizione: durante la lavorazione i due fratelli Knopfler si separano per intraprendere strade diverse e che porteranno Mark al successo di classifica con Brothers in arms. Ecco, altro spunto per confermare che la polvere si alza per ri-depositarsi, per meglio dire che tutto prima o poi si aggiusta, che se prendi una decisione da qualche parte arrivi, che non si può essere sempre d’accordo… beh insomma, tante cose per un cervello affaticato dal caldo e dal vecchietto con la coppola di lana a 42° C percepiti grazie al gradevole tasso di umidità della bassa. La domanda rimane: perché tagliare gli alberi?

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

One Comment

  1. Oh, no. Ora ho voglia di riascoltare Tunnel of love e il mio maledetto pc non ha l’audio.

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