«Mi fa così male che se l’Apocalisse potesse sopraggiungere all’istante, sarebbe fantastico.
─ Vuoi che vada a cercare un medico?
─ Non serve a niente… Avrei bisogno di qualcosa che… mi desse alla testa più del dolore.
─ Cosa?
─ Non lo so.
Salvator corse fuori. In via del Martello non trovò niente. In via della Falce, nemmeno. In via dell’incudine c’era un fioraio; entrò nel negozio e chiese di poterlo prendere in affitto immediatamente.
─ Che storia è questa? ─ disse il venditore.
─ Lei mi lascia la bottega così com’è, con tutti i fiori, fino a domani mattina. Non ci deve entrare nessuno, neanche lei.
Propose una somma talmente esorbitante che il fioraio non poté rifiutare.
Salvator tornò in albergo, prese Zoe tra le braccia e la portò al negozio. Il commerciante abbassò la saracinesca di ferro e furono soli con i mazzi di fiori.
L’odore di tutti quei fiori fu tanto forte da dare alla testa, e Zoe uscì dal suo torpore. Quando vide dov’era, si stupì.
L’emicrania svanì. »
Tratto da: Senza nome (L’entrata di Cristo a Bruxelles, 2001), Amélie Nothomb