Jesus Christ Superstar: una leggenda dal vivo

Jesus Christ SuperstarEra una bella sera di giugno della scorsa estate, quando sono salita su un taxi per farmi portare al famoso Teatro Sistina di Roma. Già questo di per sé bastava ad emozionarmi. Quante volte avevo sentito nominare il Sistina?
Ora ero lì, nel suo foyer, ad aspettare che il botteghino aprisse per il ritiro biglietti. E qualcosa di ancora più emozionante mi attendeva: stavo per vedere dal vivo, su quel palco, una vera e propria leggenda.
Avevo un anno d’età, quando nel 1973, per la regia di Norman Jewison, arrivò il film di “Jesus Christ Superstar, la rock opera firmata da Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, con Ted Neeley, nel ruolo di Jesus. Ricordo la prima volta che mia madre me lo mostrò, in tv, sotto Natale, dicendomi che era bellissimo e dovevamo assolutamente guardarlo insieme. E quella sera d’estate, a decenni di distanza, eccomi a vivere l’esperienza di assistere al musical in teatro, con Neeley ancora nello stesso ruolo, nonostante tutto il tempo trascorso.
L’allestimento al Sistina era quello di Massimo Romeo Piparo, nell’originale lingua inglese, con cast italiano. In quell’occasione Ponzio Pilato era portato in scena da Cristian Ruiz, di cui vi ho già parlato in una delle mie pubblicazioni precedenti. Tra gli altri eccellenti interpreti, voglio sottolineare soprattutto Feysal Bonciani (un grandissimo Giuda) e Paride Acacia (nel ruolo di Hanna, ma era stato in passato anche Jesus). Tutti fantastici.
Che atmosfera… Sedevo in seconda fila, circondata da un pubblico in prevalenza maturo, tanti fan della prima ora del musical, pronti ad omaggiare il beniamino di una vita intera con doni e fiori che tenevano sulle ginocchia. Si respirava passione autentica. Poi eccolo, la leggenda, lì, davanti a me, Ted Neeley in carne ed ossa. Sfiorita naturalmente la bellezza dell’epoca del film, rimaneva però la stessa forte presenza scenica, la voce ancora potente e graffiante, capace anche a settant’anni di raggiungere e plasmare note da brivido. Sempre in grado di reggere un intero spettacolo senza alcun cedimento. Neeley non ha mai abbandonato questo personaggio, interpretandolo via via in varie versioni internazionali, e se l’è cucito talmente addosso da renderlo credibile anche rappresentandolo in un’età decisamente superiore ai trentatré anni canonici. Il pubblico stesso dimostra nei suoi confronti un’ammirazione e una reverenza quasi “sacre”. Ad un certo punto dello spettacolo, Jesus cammina in platea, avanzando dal fondo della sala sino al palco e ho veduto persone allungarsi per sfiorargli la veste bianca o ricevere il tocco della sua mano.
Il momento più suggestivo ed intenso per me è stato quello del Gethsemane. Probabilmente il brano più famoso di Jesus, che amo in particolare per vari motivi. Tecnicamente difficilissimo, emotivamente travolgente: il Figlio si rivolge al Padre, in un grido appassionato e viscerale, gli chiede perché deve morire. Neeley lo ha cantato su una sorta di passerella mobile che scorreva in avanti, sovrastando le prime file. Così mi sono ritrovata letteralmente ai piedi di Jesus, illuminato dalle luci, a godermi quegli istanti cristallizzati in un frammento di memoria che resterà per sempre mio. Magia pura.
Quel tipo di incantesimo che solo il teatro regala.
Alcuni mesi dopo quella serata, a Ted Neeley si sono uniti in scena anche Yvonne Elliman e Barry Dennen, Maria Maddalena e Ponzio Pilato nel film. Peccato non aver potuto vedere anche loro, ma l’emozione del giugno scorso rimarrà comunque impagabile.
Attualmente in pausa, lo spettacolo tornerà al Teatro Nuovo di Milano, dal 5 al 21 giugno 2015.
Chi può non se lo perda.

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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