Di nuovo in linea

Il mio riferimento nel titolo non è alla forma fisica, non ho calato un etto e probabilmente ne ho presi cinque, ma mi riferisco proprio alla linea telefonica. Non è gradevole essere in attesa di poter ascoltare una nuova creatura di Francess e non poterlo fare per giorni perchè un qualche tecnico ha fatto sì che a navigare con la mia linea fosse il vicino di casa. La cosa divertente è stato però telefonarmi e sentire rispondere un signore. Lì per lì ho pensato all’Enigmista, che The Saw ci avesse messo lo zampino e fossi entrata in un tunnel di fobia e terrore. Ma, comunque, alla fine abbiamo superato anche questa difficoltà e, scongiurata la crisi d’identità, nonché l’intervento di The Saw, A bit of Italiano me lo sono goduto anche io, consumata da giorni e giorni di curiosità degni di una bertuccia.
E’ un lavoro particolare. Strano. Di primo acchito non ci avrei scommesso: reinterpretare dei classici della musica italiana in lingua inglese è una mossa azzardata. Ma niente panico: stiamo parlando di Francess, che con il suo stile tutto può. E infatti lo dimostra. Al di là che i pezzi scelti possano piacere o meno alla sottoscritta, anzi, ad alcuni sono davvero affezionata, il lavoro ha delle ottime carte per essere apprezzato in Italia, ma secondo la mia opinione, soprattutto all’estero. A mettersi in gioco con dei mostri sacri ci vuole del coraggio, che nè a Francess, nè al suo team, mancano. Incantevole è la reinterpretazione che già abbiamo apprezzato in passato di Se ghe pensu in inglese, con un accompagnamento d’eccezione, ovvero l’orchestra del Carlo Felice di Genova, compiuto con la stessa scioltezza con cui io suono il citofono (e speriamo che non si siano sbagliati a collegare pure quello). Ho notato anche una maturazione nell’interpretazione. Ma, ben lungi da fare recensioni di cui non sono capace, i posti dove ci conduce la vocalità di quest’artista del mondo sono sempre velati da un chè di misterioso, come se si potesse essere per un qualche momento fuori dal tempo.
La tracklist del progetto vanta pezzi da novanta, come abbiamo già detto, qualche esempio: Vacanze Romane dei Matia Bazar, Attenti al lupo di Lucio Dalla, Il cielo in una stanza di Paoli e Vengo anch’io no tu no dell’indimenticabile Enzo Iannacci. Abbiamo fissato il livello e almeno da incuriosirsi, ce n’è.
L’accattivante video del singolo di lancio di questo progetto particolare è affidato a Don’t want the moonlight, rifacimento di Guarda che Luna di Fred Buscaglione, in cui Francess si circonda di un’atmosfera intima e romantica. L’arrangiamento conferisce al tutto un chè di profondo e un po’ cupo, insomma, la personalità di questa artista arriva come un’onda che smuove all’improvviso le barche ormeggiate nel porto sicuro di un pezzo che non ha bisogno di presentazioni.
Guardate che non è semplice, lo sgambetto è sempre dietro l’angolo, perché quando si decide di cimentarsi in un progetto di cover, l’ombra del confronto è inevitabile. Fare i conti con un originale può essere un vantaggio perché francamente brutta, oppure uno svantaggio da recuperare perché si sta sfidando un classico. Qui sono solo classici. Fate un po’ voi, che attributi ci vogliono.
Certo ricondurre tutto il lavoro a un rifacimento di canzoni già note è un po’ ingiusto. Quella imboccata da Francess è una strada che conduce alla maturazione di un’artista di cui il meglio, secondo me, deve ancora arrivare. E questo è un bene, perché è molto giovane ma già ben piantata. Non fisicamente naturalmente, lei ha un bel fisico, una bella presenza, il pudding sono io e guai a chi mi toglie il ruolo.
Insomma, forse il gioco di linea che mi è capitato, in cui chiamo casa mia e inaspettatamente mi risponde un altro, scompensandomi un po’, è più o meno quello che succede con Francess. Solo che lei lo fa con la buona educazione di una signora, che non approfitta della situazione, ma capisce che in qualcosa dovrà inciampare ma, come un gatto, sinuosamente atterra in piedi da qualsiasi altezza. L’ansia non è per lei argomento di conversazione. Appare, ed evidentemente lo è, a suo agio e divertirsi molto in ciò che fa: e non è forse la situazione più preziosa in cui un’artista può trovarsi?
Insomma, all’inizio spiazza, ma alla fine è davvero divertente. Inoltre la sua voce continua inarrestabile a mietere successi dal vivo, il seguito comincia a farsi affollato e speriamo davvero di vederla sempre sotto un bel raggio di luna ad incorniciarne i successi.


Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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