Il bacio della pantera

il-bacio-della-pantera-1Novembre, con le sue nebbie e le giornate uggiose che si accorciano, è l’ideale per un’incursione nel cinema del brivido, non trovate?
Questa settimana vi riporto al 1942 e al leggendario cult di Jacques Torneur Cat People, noto in Italia come Il bacio della pantera.
L’inizio pare quello di una classica commedia in bianco e nero: lui, Oliver, giovane architetto, incontra lei, Irena, bellissima disegnatrice di moda, e se ne innamora. Fin qui tutto nella norma, ma conoscendo meglio Irena i confini della normalità vengono ben presto superati.
Viene dalla Serbia, da un villaggio teatro di un’antica leggenda in cui lei crede fermamente: un tempo i suoi abitanti si accoppiarono con esseri non umani dando vita ad una discendenza di mutanti felini. Irena rifugge dai rapporti sessuali e si nega ad Oliver, anche dopo averlo sposato, convinta che cedere alla passione la porterà a perdere il controllo sul proprio lato mostruoso, trasformandola in pantera.
Alla lunga Oliver inizia a patire la situazione e a preoccuparsi seriamente. Si confida con un’amica e collega, Alice, innamorata di lui, che gli consiglia di mandare la problematica moglie da uno psichiatra, il dottor Judd.
Tutto ha quindi una spiegazione freudiana e Irena soffre di una qualche forma di deviazione sessuale? Oppure è tutto vero e lei è veramente una mutante?
Accadono cose inquietanti e i dubbi si accumulano: gli animali temono Irena, lei è attratta morbosamente dalla pantera nera dello zoo, e, in una delle scene più famose del film, Alice, in acqua in una piscina buia, sente un grande felino aggirarsi nell’oscurità lungo il bordo.
Alla fine, il dottor Judd cerca di sedurre Irena per sfatare i suoi miti serbi… e finisce ucciso. Tourneur non ci mostra mai chiaramente la trasformazione di Irena, potrebbe essere anche soltanto di una psicopatica inferocita l’ombra che lotta con quella di Judd. Ma Oliver e Alice incontrano davvero una pantera, che non è quella della zoo, chiusa nella sua gabbia.
il-bacio-della-pantera-2È ad essa che Irena chiede la liberazione finale, aprendo quella gabbia, lasciandosi assalire.
Al di là dell’ epilogo, Cat People si regge tutto sul fascino della leggenda dei mutanti e sul volto davvero felino e indimenticabile di Simone Simon, perfetta nell’incarnare l’ambiguità esotica di Irena.
Il film ebbe un seguito, Il giardino delle streghe e un remake, nel 1982, con Nastassja Kinski, che però non ha lo stesso potere suggestivo e va ricordato soprattutto per la partecipazione di David Bowie alla colonna sonora.
Una curiosità: durante la festa di matrimonio di Oliver e Irena, una donna bellissima e vil-bacio-della-pantera-3estita di nero si rivolge in serbo a Irena chiamandola “sorella” e in originale la sua voce è quella della stessa Simone Simon. Non a caso Irena reagisce col segno della croce.
Qualche brividino vi è passato lungo la schiena?
Niente sangue che schizza, coltellacci e affini, questo vecchio horror è fatto di ombre e di fantasie.
E del lamento notturno della pantera. “Non mi piace”, dice Irena, “assomiglia a una donna”.
Vi assicuro che è un suono che non scorderete.

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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