Valentino San

Voi speravate che al mio occhio di lince/bovino sfuggisse la festa racchiusa in questa settimana: San Valentino, la festa di ogni cretino. I cuori in giubilo che tanto bramano i festeggiamenti da innamorati non me ne vogliano, è solo una battuta bonaria che usava mia nonna che fino all’ultimo giorno ricordava come il nonno le portasse la colazione a letto. Altri tempi. Personalmente ho capito che San Valentino me lo vivo ogni giorno: una relazione solida di questi tempi parrebbe essere utopia e quindi non mi lamento, anzi ribattezzo la festa in Valentino San. Perchè? Secondo voi non esistono giapponesi che si chiamano Valentino? Dai, uno ce ne sarà ed è lì per ricordarci quanta pazienza ci vuole superato il momento del Do you think I’m sexy… Ah sì, nel turbine amoroso quasi dimentico di annunciare la star di questa settimana, niente di meno che Rod Stewart il cui successo esploso da subito negli Stati Uniti e successivamente nel resto del mondo, è passato indenne per decenni e ancora infiamma i sentimenti del globo, dapprima come frontman dei Faces, da cui si separerà verso la metà degli anni ’70, in seguito come solista con una timbrica che vale un’orchestra da sola. Voce incredibile di origini fieramente scozzesi trapiantate a Londra, con una partenza nel rock che diventerà sempre più romantico. Penso abbia declinato l’amore in ogni sua forma, o quasi.
Comunque una volta stabilito che il tubero con sguardo da cernia del primo innamoramento è effettivamente sexy si può passare ai nomignoli dichiaratamente seduttivi e seducenti, tipo Baby Jane, e se invece la conclusione è negativa ci si può annegare in un mare di lacrime ascoltando Some guys have all the luck. Perciò affermo e confermo che Valentino è San, solo le prime fasi richiedono una concentrazione notevole, di solito a discapito di altre cose, tipo l’intero universo. Certo è che l’amore fa miracoli, tipo il mio tre quarti di pera che mi si complimenta per il nuovo taglio di capelli, sempre più simile a quello di Rod ma in maniera del tutto involontaria, credetemi. In questi casi il sottofondo è il classicone super synth di My heart can’t tell you no, anzi tante volte al supermercato davanti alla scelta della birra da abbinare al film mi sembra di sentirla in sottofondo. Perchè in quei casi accetti anche di abbandonare una scura doppio malto per una bionda. E credetemi, solo l’amore può far questo. L’amore poi è anche rifare il letto insieme, uno da una parte e una dall’altra e posizionare alla perfezione il risvolto del lenzuolo. Poi scoprire che il tuo lui sa ripiegare le lenzuola sotto al materasso meglio di te, ti conquista completamente e allora davvero My heart can’t tell you no. Il punto è proprio questo. L’amore ha più a che fare con le situazioni, è lì che arriva. L’attrazione è un momento che scocca nell’attimo più impensato ed è importante, ma l’amore è ciò che ci fa scegliere quella persona ogni giorno, anche quando è il giorno più brutto della nostra vita e poco importa se si rimarrà insieme o no. Intendo, ci sono momenti che mi ritengo fortunata ad aver avuto quella determinata persona accanto e non vorrei sostituirla con nessun altra nel mio ricordo, e ci sono sogni futuri che vorrei condividere con chi ho adesso al mio fianco e tanto presente da condividere per scoprire ogni giorno qualcosa. Finchè un rapporto ti fa crescere è buono. I distacchi esistono, e non sono per forza una cosa negativa, tante volte salvano l’amore dall’acrimonia, dal risentimento. Tutto facile a parole, ma spiegarlo al cuore è un’altra cosa. Valentino San è il saggio a cui ci si dovrebbe appellare. Valentino San è quello che permette di spiegare venti volte al tuo tre quarti di pera come sistemare gli asciugamani in bagno e notare con somma soddisfazione che in tre anni ci si è riusciti. Allora una canzone come Lost in you non ce la possiamo proprio risparmiare. Ma il clou sono le seratone trash, quelle che decidi di usare il rossetto più vistoso che hai e di metterci tipo un paio d’ore a furia di sbavare a destra e a manca. Ma se anche sulla pista più scatenata e dopo aver assaggiato come il barman fa il mojito ti ritrovi ad avere occhi solo per lui/lei, allora sai che Forever young è come ti sentirai sempre, perchè il divertimento è ancora in coppia.
Insomma, Rod Stewart va ringraziato per aver collaborato con Valentino San a descrivere un pochino l’immenso universo di questo sentimento di cui si blatera tanto e con cui tanto si combatte. Ci da sicuramente spunti di riflessioni, attimi da dedicare a una sensazione che non si sa nemmeno bene se parte più dal cuore o dallo stomaco. Alcuni dicono che sia l’odore (ok, anche le coccole al metano), alcuni la pelle, io non so. Io so che è solo questione di un attimo, che si sia pronti o meno.



Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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