Romeo e Giulietta-Ama e cambia il mondo: sotto la pioggia tanti cuori uniti in un solo battito

Romeo e Giulietta Ama e cambia il mondo sotto la pioggia tanti cuori uniti in un solo battito
Lo scorso 26 settembre Romeo e Giulietta-Ama e cambia il mondo, l’ormai famosissimo musical prodotto da David Zard, è tornato all’Arena di Verona, a quasi due anni esatti dal debutto del 2 ottobre 2013. Potrei quindi parlare ancora una volta di queste due stagioni di trionfi, delle duecento e passa repliche (quasi trecento a questo punto, in verità), dei quattro Oscar ottenuti agli Oscar del Musical (coreografie, costumi, premio web, miglior spettacolo Big), della magia che questo spettacolo continua a creare intorno a sé…
Ma oggi voglio scrivere di qualcos’altro. Questa è una rubrica molto informale sul teatro, un mio modo per fare quattro chiacchiere con voi lettori su un mondo bellissimo che merita di essere conosciuto e apprezzato il più possibile. E vale la pena non solo di raccontarvi dei singoli spettacoli o degli attori: per farvi comprendere (o ricordarvi se già ne siete conquistati) il fascino unico del teatro, posso anche cercare di descrivervi l’esperienza diretta del ponte ideale che si costruisce tra il palco e la platea, tra gli artisti e il pubblico. Qualcosa che una volta sperimentato lascia un segno indelebile e porta le emozioni vissute ad un nuovo livello.
Prendete un luogo incredibile come l’Arena di Verona: il tempio della musica e dell’opera lirica, un colpo d’occhio magnifico quando si siede al suo interno, un’acustica impressionante. Già di per sé una serata lì è indimenticabile.
Poi prendete uno spettacolo imponente come Romeo e Giulietta, le sue luci rosse e blu che si spandono sull’anfiteatro, l’attesa fibrillante degli spettatori, le farfalle nello stomaco per il cast che torna a calcare questo palcoscenico unico o vi debutta…
E aggiungete la pioggia. Che comincia con le prime note del musical, si ferma durante l’intervallo, per poi riprendere col secondo atto e decidersi a smettere solo dopo i saluti finali. Una pioggia incessante, forte, fredda, a tratti accompagnata dal vento. A dirla tutta un vero e proprio diluvio.
Una parte di pubblico fugge, alcuni dei pannelli per le proiezioni computerizzate della scenografia smettono di funzionare, talvolta i microfoni stridono, attori e ballerini rischiano di scivolare e platea e gradinate sono una distesa di ombrelli e mantelline di plastica.
Eppure the show must go on. Lo spettacolo continua. E il novanta per cento del pubblico resiste, testardamente seduto nell’acqua (quantomeno lo era la sottoscritta), avvolto nella plastica come Laura Palmer, ma non importa. Si resta. Si resta per quei tecnici che stanno combattendo per far andare avanti la complicata macchina tecnologica delle scenografie, delle luci, dell’audio. Si resta per quegli artisti che stanno dando l’anima per noi.
Ecco il ponte. Ecco la sinergia speciale. Noi siamo qui sotto la pioggia a sostenere chi lavora sul palco e dietro le quinte. E sul palco e dietro le quinte chi lavora sostiene noi sotto la pioggia. Sappiamo di essere tutti lì gli uni per gli altri. Sappiamo che idealmente ci stiamo tenendo per mano.
E nonostante l’acqua mi sia arrivata in punti che non sapevo nemmeno di avere, mi ritrovo a pensare che sono grata di essere qui, ora. Che sarò grata domani di conservare questo ricordo, questo pezzo di vita e di emozione.
Ecco il teatro, gente. È questa cosa qui. Questa cosa inspiegabile, che ti induce a restare anche tre ore sotto la pioggia e ad andartene poi fradicia ma felice.
Non so se sono riuscita a trasmettervi un po’ della sua misteriosa, intrigante bellezza, spero di sì.
Prima di chiudere, una piccola parentesi per informarvi che, come riferito dallo stesso David Zard all’Arena, alla conclusione di questo terzo tour, Romeo e Giulietta-Ama e cambia il mondo si fermerà per tre anni. Per cui se ancora non lo avete visto o se volete rivederlo, non perdetevi le ultime tappe disponibili: Roma, Firenze, Milano, Padova, Napoli, Bari, Lecce e Bologna (e Istanbul e Lugano, per chi vuole). Anche senza la pioggia, vi garantisco la magia.
Perché, come scrisse Victor Hugo, «il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco».
E può diventare tutto un unico grande battito.

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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