RECENSIONI – “Big eyes”

Tim Burton, Big EyesEcco l’ultimo film di Tim Burton, di nuovo in squadra con gli sceneggiatori Scott Alexander e Larry Karaszewski con cui il regista aveva collaborato già per “Ed Wood” che con “Big Eyes” ha in comune una cosa: entrambi raccontano la storia di un artista incompreso.
Si tratta, infatti, della storia, bizzarra ma vera, di Margaret Keane (Amy Adams), pittrice che sul finire degli anni ’50 lascia il marito e scappa a San Francisco con la figlia.
Margaret è molto orgogliosa e attaccata ai propri quadri: inizialmente essi hanno come soggetto principalmente la figlia ma mano a mano si trasformano in ritratti di trovatelli dall’aria triste e caratterizzati da degli inconfondibili enormi occhi.
Margaret conosce un uomo che diventa anche suo marito, Walter Keane (Christoph Waltz), un agente immobiliare e pittore dilettante che sa sfornare solo noiose scene di strada di Parigi. Ciò che gli manca in estro artistico lo compensa con loquacità e capacità di vendere. Non trovando alcuna galleria disposta ad esibire i suoi quadri, né quelli di Margaret, ha un lampo di genio e riesce a farli esporre in un locale jazz della città. La scintilla del successo scatta quando Walter litiga furiosamente con il proprietario del locale davanti alla stampa: pubblicità assicurata! Nella confusione generale, i quadri iniziano a vendere, ma solo quelli di Margaret e Walter, frustrato e invidioso del successo della moglie, se ne prende il merito lasciando credere di esserne l’autore.
I quadri raffiguranti orfanelli dagli occhi giganti diventano un fenomeno sensazionale in tutti gli Stati Uniti e nonostante la critica li derida e li definisca kitsch, Walter, aiutato da Dick Nolan (Danny Houston) curatore di una rubrica, riesce a prendere contatti con diverse star di Hollywood che rimangono rapiti dai quadri di Margaret e ne fanno incetta. Arriva persino l’approvazione di Andy Wharol: “Se piace tanto alla gente vuol dire che un valore artistico dev’esserci. Se piace non può essere brutto”.
Nel frattempo però, con Walter sotto i riflettori, che ne è di Margaret? Intrappolata in uno studio, obbligata dal marito, dipinge senza sosta e in quantità industriali i suoi orfanelli.
Lentamente, vediamo Margaret trovare il coraggio di affrontare e combattere il marito, con un processo giudiziario finale affascinante ma anche molto comico.
Nonostante sia ambientato tra gli anni Cinquanta e Sessanta, il film è molto attuale, stando alla cronaca e alle innumerevoli storie di donne soggiogate e annullate dal proprio compagno. Walter, sistematicamente, distrugge l’autostima di Margaret e le impedisce di decidere liberamente della propria vita. È forte della sua posizione all’interno di quello che sa essere un sistema patriarcale. A questo proposito, una delle scene sicuramente più fastidiose del film è quella in cui Margaret entra in una chiesa cattolica e, in confessione, chiede conforto e consiglio al prete, il quale le suggerisce di dare semplicemente ascolto al marito e fare quello che lui le dice.
Un grosso cambiamento nel cinema di Burton, che risente forse ancora della contaminazione disneyana: il film non è di particolare spessore. Buona la performance di Amy Adams, però, brava nel rendere il suo personaggio fragile e insicuro e che sembra condividere con gli orfanelli dei suoi quadri, la stessa tristezza.
In questa sua ultima pellicola, Burton non esprime un parere sull’arte di Margaret Keane e non pretende che lo spettatore accolga o apprezzi i quadri della donna ma di sicuro vuole far si che l’opera della Keane abbia il riconoscimento che merita, soprattutto che sia riconosciuta la sua legittima autrice.
A 87 anni, si può dire che per Margaret Keane questa sia una bella e meritata rivincita.

Dick Nolan: «Gli anni ’50 erano un’epoca meravigliosa se eri un uomo. Sono Dick Nolan e di mestiere invento cose: sono un giornalista. Questa è la storia più strana di cui abbia mai scritto. Incominciò il giorno in cui Margaret Ulbrich lasciò il suo soffocante marito. Molto prima che lasciare mariti diventasse di moda.»

“Big Eyes” (biografia, USA, 2014) di Tim Burton; con Amy Adams, Christoph Waltz, Danny Houston, Jon Polito, Krysten Ritter, Jason Schwartzman, Terence Stamp.
Produzione: Silverwood Films, Electric City Entertainment, Tim Burton Productions.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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