RECENSIONE – “Mommy”

MommyCome ci spiega inizialmente una didascalia, ci troviamo in un Canada fittizio, dove una recente legge ha stabilito che i genitori, in caso di indigenza o di pericolo, possono far internare i propri figli problematici in strutture pubbliche e senza il bisogno di autorizzazioni.
Fatta questa premessa, la storia che ci viene raccontata ha poco di fantastico e molto di tristemente realistico. Steve (Antoine-Olivier Pilon) è un ragazzo per così dire “difficile”: è figlio di Diane (Anne Dorval), un donna di 46 anni divenuta presto vedova, e soffre di disturbo dell’attenzione oppositivo provocatorio, sindrome dell’abbandono, iperattività e prova per la madre un amore morboso.
La narrazione inizia quando Steve viene cacciato da un centro di recupero, per aver appiccato un incendio in mensa e aver così provocato gravi ustioni ad un altro ragazzo. La madre viene chiamata per riprendersi il figlio e dopo un colloquio alquanto infuocato con la direttrice conclude dicendo, forse per convincere anche se stessa, che gli scettici si ricrederanno sulle possibilità di recupero del ragazzo. Così Diane torna a casa con il figlio ed è subito incubo: Steve è provocatorio e violento, sia verbalmente che fisicamente, il rapporto tra i due è fatto di soprusi che impediscono loro di esprimere in modo sano l’amore reciproco e la convivenza sembra davvero inattuabile. Finché non arriva Kyla (Suzanne Clément), un’insegnante in anno sabbatico, cioè in congedo terapeutico in seguito ad un forte trauma, un lutto, che l’ha resa balbuziente. Per quanto possibile, l’arrivo di Kyla permette a Diane e Steve, ma anche alla stessa Kyla, di trovare una sorta di equilibrio: il ragazzo riesce a riprendere gli studi privati con l’aiuto dell’insegnante, la quale inizia così a superare il suo problema di balbuzie, mentre Diane può trovarsi un lavoro a tempo pieno che le permetta di provvedere al figlio e a se stessa. Questo finché il passato di Steve non torna, sotto forma di citazione in giudizio ai danni della madre per le conseguenze dell’incendio nella mensa. Tutto precipita nuovamente.
Un film che, per tanti motivi, può essere definito un capolavoro che resterà nella storia del cinema. Innanzitutto è un concentrato di emozioni forti e strazianti e per tutta la sua durata, non c’è un solo istante in cui il film non riesca a coinvolgere emotivamente lo spettatore: Steve, Diane e Kyla che ballano e cantano insieme in casa, poi le liti violentissime tra madre e figlio o tra Kyla e Steve, oppure la sequenza onirica in cui Diane, con tutta la speranza che solo una madre può avere per il figlio, immagina in un istante il futuro di Steve.
Ogni momento è sottolineato da una canzone ma soprattutto da interpreti bravissimi: Anne Dorval, Suzanne Clément e in particolare il giovane Antoine-Olivier Pilon sono uno degli ingredienti che rendono questo film straordinario.
A tutto questo si aggiunge il formato: Xavier Dolan è il regista di questo film, ha solo 26 anni, ma un’esperienza e una bravura tali per cui può permettersi di usare il formato 1:1 senza farla sembrare una scelta dettata dalla presunzione. È infatti uno strumento importante ed una scelta geniale, che riprende visivamente una sensazione che accompagna tutti e tre i nostri personaggi, vale a dire l’insoddisfazione, l’inadeguatezza e la costrizione in una vita che non si vuole o che non è come la si era sognata. È solo nei momenti in cui i tre protagonisti rientrano in contatto con loro stessi e con la loro vita, che l’immagine si allarga e allora sembra esserci un orizzonte, una speranza e sembra di poter nuovamente respirare a pieni polmoni.
Xavier Dolan ha ricevuto per Mommy il Premio della giuria a Cannes nel 2014 ma, al di là dei premi, merita veramente di rimanere nella storia, di sicuro è rimasto e rimarrà nei cuori e nelle menti di chi lo ha visto e di chi lo vedrà, per l’intensità e la poesia che regala.

Diane a Kyla: «Lo capisci che ho ancora speranza? Nel mondo ormai non c’è tanta speranza. Ma io amo pensare che siamo in molti a sperare. Ed è meglio così, perché siamo noi quelli che possono cambiare il mondo. Ho fatto quello che ho fatto, perché così ci sarà una speranza. Quindi io vinco. Su tutta la linea, io ne esco vincente. Come tutti.»




“Mommy” (Francia/Canada, drammatico, 2014) di Xavier Dolan. Con Anne Dorval, Suzanne Clément, Antoine-Olivier Pilon, Alexandre Goyette, Patrick Huard, Michèle Lituac, Viviane Pascal, Natalie Hamel-Roy, Steven Chevrin, Pierre-Yves Cardinal, Vincent Fafard, Isabelle Nélisse.
Produzione: Metafilms.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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