RECENSIONE – “La Sedia della Felicità”

La Sedia della FelicitàBruna (Isabella Ragonese) è un’estetista squattrinata. Tra le sue clienti, c’è una certa Norma Becche (Katia Ricciarelli), carcerata e madre di un noto delinquente. Un giorno, mentre le sta limando le unghie in cella, Norma è colta da malore e, prima di esalare l’ultimo respiro, in punto di morte, rivela a Bruna un preziosissimo segreto: la donna, che un tempo abitava in una lussuosa villa, avrebbe nascosto un bottino fatto di preziosi gioielli nell’imbottitura di una sedia del salotto. Bruna, che ha parecchi debiti da saldare, vede nel tesoro la possibile soluzione a tutti i suoi problemi e, impavida, parte alla volta della villa, oramai in avanzato stato d’abbandono, a caccia dei preziosi. Una volta giunta sul posto però, il cancello si chiude dietro di lei lasciandola così prigioniera e in balìa dei cinghiali. Bisognosa di aiuto, decide di chiamare Dino (Valerio Mastandrea), tatuatore a sua volta senza il becco d’un quattrino conosciuto poco tempo addietro che, in bicicletta, accorre in soccorso della ragazza. Insieme, i due scoprono che i beni di Norma Becche sono stati posti sotto sequestro e poi venduti ad un’asta giudiziaria, incluse le otto sedie, una delle quali dovrebbe nascondere al suo interno il tesoro. Bruna e Dino decidono così di rintracciare gli acquirenti delle sedie – interpretati tra gli altri, da Silvio Orlando, Antonio Albanese e Fabrizio Bentivoglio – mentre sulle loro tracce incomberà la figura misteriosa di Padre Weiner (Giuseppe Battiston).

In un viaggio che li porterà dalla laguna veneta alle Dolomiti, Bruna e Dino daranno la caccia alla ricchezza e… la troveranno.

Il film è l’ultimo di Carlo Mazzacurati prima della sua morte: il regista veneto, fa qui del suo territorio d’origine un elemento fondamentale: un Veneto che fa fatica, che rispecchia l’Italia dei nostri tempi, dove, dalle montagne al mare, la ripresa non arriva.

I due protagonisti sono due come tanti, giovani ma neanche troppo, fondamentalmente dei perdenti come quasi tutti ci siamo sentiti qualche volta negli ultimi anni. E in tempi bui come questi la mano arriva solo dalla fortuna: un’occasione enorme e unica per riscattare una vita di fallimenti e buchi nell’acqua. Ma la vera fortuna, sembra volerci dire Mazzacurati prima di salutarci per sempre, non si trova in un pugno di pietre preziose, non è nulla di materiale. La fortuna si trova allontanando e sconfiggendo la solitudine.

Commedia garbata, leggera e divertente con cui il regista padovano chiude la sua carriera – fin troppo breve – in allegria, anche se non cancella l’amara consapevolezza che non potremo più godere del suo cinema.

– “E mi dica, questi lavoranti sono in regola?”

– “Ma no! Sono rumeni, non sono abituati!”






La Sedia della Felicità” (Italia, commedia, 2014) di Carlo Mazzacurati. Con: Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Raul Cremona, Marco Marzocca, Milena Vukotic, Roberto Citran, Mirco Artuso, Roberto Abbiati, Lucia Mascino, Natalino Balasso, Maria Paiato, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Antonio Albanese. Produzione: BiBi Film, Rai Cinema, Trentino Film Commission.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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