RECENSIONE – “Il formicaio”

Il formicaio, di Margit KaffkaQuanti libri godono di una popolarità attraverso una seconda vita ritrovata? Possiamo dire questo de Il formicaio di Margit Kaffka, che si è ritrovato a varcare diversi confini solamente negli ultimi anni.
Scritto e pubblicato in Ungheria nel 1917, è uno dei romanzi chiave della giovane autrice ungherese che sarebbe poi divenuta la più importante rappresentante della narrativa femminile magiara.
Un tema certamente poco insolito quello del convento femminile, ma la prospettiva di lettura di quel formicaio del primo Novecento altro non è che uno spaccato della società ungherese dell’epoca. In quel mini mondo, convenzionalmente immaginato come un luogo di privazione, avvengono in gran segreto situazioni del tutto comuni e dallo spirito materialista: convivono quindi strategie interne rivolte all’acquisizione di denari, sete di potere e desideri carnali.
Il femminismo della Kaffka non mira alla prevaricazione del mondo femminile sullo strapotere maschile, ma si limita a delineare la forza delle donne, le sfumature che si danno per scontate, ed anticipa in qualche modo l’exploit che la quel mondo vivrà nel periodo Modernista ed oltre.
La narrazione della Kaffka è a volte soavemente idilliaca, ed è con la stessa pacatezza che l’autrice ci porta per mano a scoprire i retroscena dei caratteri delle ragazze che abitano il convento. Ciò che rivela l’ambientazione è il contesto della vita fuori dal convento, ma le situazioni che si intrecciano in quel mondo, sono a sé stanti, un vero e proprio mondo parallelo senza tempo.
Personaggi come la tedesca Kunigund, di cui si leggono spesso frasi in tedesco all’interno del racconto, scandiscono il passare del tempo e l’incalzare delle nuove generazioni, in un contrasto fra conservatori e riformatori.
La Kaffka è l’occhio del Grande Fratello in quel mondo di reclusione e privazione, ed è talmente precisa e minuziosa nel descrivere la condizione delle consorelle, da rendere a pieno le emozioni che un solo gesto o una sola parola riescono a provocare. Lo sguardo o lo sfiorarsi di due ragazze può divenire un vero e proprio tormento, sia per chi lo vive serenamente, sia per chi ne è vittima.
Meraviglia la libertà con la quale l’autrice descrive simpatie omosessuali ed episodi mondani, in un romanzo che sembra scritto oggi e proposto a lettori di domani.

Alessio Fabbri

Sono Alessio. Laureato in Lingue e Letterature Straniere, sono appassionato del mio lavoro di insegnante di Lingua Inglese, così come di ricerche storiche e genealogiche. La mia altra grande passione sono i libri, preferendo i classici dell'epoca modernista e tutto ciò che proviene dall'area anglo-americana. Sono autore de "La Magiara", romanzo edito da Sillabe di Sale (2015).

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