RECENSIONE – “Boyhood”

BoyhoodDopo la trilogia “Before” (“Before Sunrise”, “Before Sunset” e “Before Midnight”) dedicata all’evolversi della storia di una coppia, ecco l’ultimo progetto di Linklater con il quale continua la sua riflessione sul tempo e la sua percezione. Girato in 39 giorni nell’arco di 12 anni, il film trova la sua particolarità nella scelta da parte del regista di mantenere lo stesso cast per tutto il tempo. È così che, oltre a veder crescere i personaggi narrativamente, possiamo anche vederli crescere ed invecchiare in senso letterale.
Il protagonista è Mason Jr (Ellar Coltrane): vive con la madre Olivia (Patricia Arquette) e la sorella Samantha (Lorelei Linklater). Il film inizia quando la madre lascia il proprio fidanzato del momento e decide di trasferirsi con i figli a Houston per tornare all’università e trovare così un lavoro migliore. Il padre, Mason Sr (Ethan Hawke), è poco presente e poco responsabile.
Frequentando l’università, Olivia conosce Bill (Marco Perella), professore con cui inizia una relazione sentimentale che sfocia in un matrimonio. Bill si rivela un patrigno eccessivamente severo e la situazione precipita quando il suo alcolismo prende il sopravvento. Olivia è costretta a scappare con i figli sistemandosi temporaneamente da un’amica, per poi divorziare da Bill.
La famiglia si trasferisce a San Marcos, sempre in Texas, dove Mason è fatto oggetto di bullismo, ma dove scopre anche per la prima volta di piacere alle ragazze. Olivia intanto ha ottenuto un posto come insegnante di psicologia in un college e sposa Jim (Brad Hawkings), studente e veterano della guerra in Afghanistan. Questi inizialmente sembra poter essere un buon genitore, interessandosi della vita dei ragazzi: è grazie ad un suo regalo, una macchina fotografica, che Mason scopre la propria passione per la fotografia. Col passare del tempo però, anche Jim sviluppa un problema di alcolismo e il matrimonio con Olivia termina.
Intanto anche Mason Sr, che continua a frequentare i figli cercando di star loro vicino, si è sposato e ha un bambino con Annie (Jenni Tooley), ragazza proveniente da una famiglia molto credente: i genitori dei lei regalano a Mason una Bibbia personalizzata e un fucile in occasione del suo 15° compleanno.
Dopo la rottura con la fidanzata Sheena (Zoe Graham), Mason vince una borsa di studio in fotografia e il film termina con la gita, assieme ad alcuni compagni di università, al Big Bend National Park, quando il ragazzo si è oramai trasferito alla Sul Ross State University.
Forse il film non avrebbe avuto la stessa forza, se fosse stato girato con attori diversi nei panni dello stesso personaggio nelle varie fasi della vita. Inoltre, l’interpretazione di Coltrane e non solo, anche quella di Lorelei Linklater, sono così autentiche e sincere da rendere inevitabile l’immedesimazione dello spettatore.
Si tratta di un film di formazione, in cui non solo il protagonista compie un percorso, passando dalla passività e apatia, tipiche dell’infanzia e dell’adolescenza, all’essere attore della propria vita, ma anche il padre, inizialmente impreparato al proprio ruolo, che si rivela sempre più amorevole, presente e desideroso di insegnare ai figli basandosi sulla propria esperienza e sui propri errori. Più fermo il personaggio di Olivia, la madre, per tutto il film in bilico tra il ruolo di madre e quello di giovane donna sola che cade sistematicamente in errore, sempre lo stesso, nella scelta di un compagno, fino alla fine, a quella crisi di pianto e alle parole “credevo di avere più tempo”. Ed eccolo, forse il vero protagonista di questo film: il tempo, scandito dalla grande Storia (l’Afghanistan e Obama), dalla musica (Coldplay, Arcade Fire e The Flaming Lips) e dalla tecnologia (i videogiochi, Facebook e gli smartphone) ma che è fatto, in realtà, di attimi, anche noiosi, tutti ugualmente importanti. Come i Beatles, dice Mason Sr, non può essercene uno preferito. Innovativo anche in questo, il film di Linklater: la quotidianità, la vita in famiglia noiosa e persino violenta, la scuola, il bullismo, le armi, la religione, la musica, le passioni, gli errori, le delusioni, tutto nello scorrere del tempo ha la stessa importanza nel momento in cui determina la nostra crescita, chi siamo e chi saremo.
Il film ha ricevuto numerosissimi premi e riconoscimenti, tra cui: 5 Golden Globe e un Orso d’Argento a Berlino come miglior regista.

Mason: «Sai quando qualcuno ti dice “cogli l’attimo”? Non lo so, io invece credo che succeda il contrario: nel senso che è l’attimo che coglie noi. Sì, lo so, è una costante. L’attimo è come, è come se fosse sempre ora, no?»

“Boyhood” (USA, drammatico, 2014) di Richard Linklater, con Ellar Coltrane, Patricia Arquette, Lorelei Linklater, Ethan Hawke
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

3 Comments

    • A mio avviso merita, è nei cinema da un po’ ma da qualche parte lo fanno ancora di sicuro, se ti interessa vederlo…

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