Questione di stile

G91 LogoMolti dicono che la felicità sia un percorso, altri che è solo questione di un attimo. Probabilmente alla felicità si potrebbe anche preferire la soddisfazione di essere riusciti laddove sembrava improbabile. Per gli altri. Non è questione di dimostrare quanto si è bravi o che si ha ragione, semplicemente capita di ritrovarsi soli davanti alle scelte e per quanto possa essere doloroso e in qualche caso umiliante, è anche dannatamente utile. Non m’impegolo nel discorso sulla crescita personale, perché tante volte le suddette situazioni servono invece da banco di prova per ciò che hai già imparato. Penso che le scelte siano quei momenti sparti acqua che ti servono a chiarirti le idee, a patto di non essere troppo condizionati dal risultato: tanto o la và o la spacca. C’è poco da fare. Servono a stare bene con sé stessi. Chi si piange addosso per una sconfitta è perché non ha scelto con convinzione.

Non voglio dispensare lezioni di vita, visto che non voglio diventare una persona noiosa, ma credo che questo preambolo possa introdurre alla perfezione il progetto di cui scriverò in questo post: i G91.

Quando si parla di musica prodotta in Italia si rischia sempre di camminare su un terreno molto scivoloso, soprattutto se lo stile respira aria internazionale e ne ha l’ambizione (giusta). Secondo me siamo di fronte a una scelta coraggiosa che andrebbe premiata sia per la qualità dei pezzi che nulla ha da invidiare alle produzioni estere di qualità, sia perché per fare del Brit pop, visti i precedenti ancora in circolazione, bisogna essere bravi. Quando la prima volta mi sono avvicinata ai brani estratti dal primo EP Into the crowd, ammetto di essere rimasta un po’ interdetta perché temevo il rotolone giù dalle scale quando invece si arriva comodamente in cima, tant’è vero che a distanza di un anno esatto uscirà l’album Your reaction, my direction. Il progetto è convincente per una serie di elementi: ha un taglio preciso (british), si lavora in pochi ma buoni con la produzione di Alex Loggia, chitarrista degli Statuto, si procede a rullo compressore con i live grazie al lavoro della manager Ilaria Senatore della GBrit e soprattutto l’inglese lo si sa e anche bene (da non sottovalutare). Quel tanto utile lavoro di squadra.

Quando parlo di fare scelte con convinzione e che questo ha molto a che fare coi G91, lo faccio perché un conto è avere l’entusiasmo delle idee, un conto è avere le spalle larghe per gettarsi nella mischia che non ti accoglie in un clima di collaborazione. Tante volte ho tirato fuori questo argomento: la sua mancanza è senza ombra di dubbio una G91delle maggiori pecche della condotta generale. Sembra quasi che tutto sia una sfida, che alla fine ci sia un premio da vincere e che chi è bravo sia automaticamente un avversario da abbattere. Peccato, perché è uno dei motivi per cui alcuni circoli rimangono appannaggio di pochi eletti, scelti in base a criteri non esattamente di merito. Parlo per esperienza. La musica, condivisione per antonomasia, non è esente da questo squallido meccanismo. Quanto potenziale sprecato. E’ un dato di fatto che in altre culture tutto questo non avviene, anzi, forse abbiamo capito per quale motivo in alcuni Paesi si sforna un talento al giorno. Per talento ne intendo uno vero. Si collabora, si apprezzano le nuove idee, perché quando la musica è vista come un qualcosa di serio e non un hobby che se prende una piega che non pareva possibile, diventa un problema troppo impegnativo. Il successo è sempre qualcosa di relativo, si distribuisce a più livelli e da altre parti hanno capito che non è sinonimo di esposizione. In quest’ottica il primo Ep è stato intitolato Into the crowd, punto di vista dal quale sicuramente la band non potrà che evolvere. I G91 possono contare già una solida preparazione alle spalle, avendo precedenti anni di live non solo in Italia ma anche in quel d’Inghilterra, e anche come band di apertura a un gruppo come The Moons, vedi Andy Crofts e Ben Gordelier che lavorano attivamente con Paul Weller. Ci si prepara perciò a scaldare nuovamente in motori, in vista dell’uscita del nuovo album a cui seguirà un tour di cui potete trovare tutte le info quì: www.facebook.com/G91band/.

I G91 oltre che una sorpresa, si sono rivelati un motivo di conforto, perché quando l’interesse e la passione sono autentici, per la musica, in questo caso, ma anche in qualsiasi altro ambito, ti contagiano con quella vitalità che non può far altro che smuovere le cose e ti fanno anche tornare la voglia di riprendere in mano qualche sogno affievolito in intenzione e poi messo a dormire nel fondo di qualche cassetto.



Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

2 Comments

  1. Grazie Giovanna, sei stata davvero bravissima a cogliere l’essenza dei G91 e del lavoro che intendiamo portare avanti nei prossimi mesi… e anni!

  2. Sono davvero contenta di esserci riuscita! E’ un progetto che merita successo e lunga vita! 😉 Continuate così!

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