Nel calice: Nirfea, Azienda Vitivinicola Tosi

Lo so, lo so, di spumanti avevamo già parlato in questo post, in cui vi avevo fatto una testa tanta sulla differenza tra Metodo Classico e Martinotti, finendo poi col presentarvi un vino appartenente a quest’ultima tipologia (lo Spumante Brut Rolej).

Oggi invece si stappa un metodo Classico: Nirfea, uno spumante dell’Oltrepò Pavese ottenuto da Pinot nero, in cui mi sono imbattuta girovagando per aziende e cantine, in occasione di San Martino (e che altro vuoi fare a San Martino, giorno in cui il mosto diventa vino?)

Ebbene si, sfatiamo l’idea comune che in Lombardia uno spumante come si deve lo si possa bere solo in Franciacorta; da sempre bistrattato rispetto al più blasonato cugino, in realtà quello dell’Oltrepo Pavese è un territorio ad elevata vocazione vitivinicola che, oltre a regalare rossi piacevolissimi come Bonarda e Barbera, ha avuto il riconoscimento di una DOCG per lo spumante metodo classico.

Questa DOCG prevede quattro tipologie:

“Oltrepò Pavese” metodo classico

“Oltrepò Pavese” metodo classico rosé

“Oltrepò Pavese” metodo classico Pinot nero rosé

“Oltrepò Pavese” metodo classico Pinot nero

A quest’ultima tipologia appartiene “Nirfea”, uno spumante che ho avuto il piacere di conoscere e apprezzare grazie alla bella conversazione avuta con il produttore, Giuseppe Tosi.

Una chiacchierata itinerante, tra vigneto e cantina, che si è conclusa seduti di fronte ad una tovaglia quadri (e ad un calice…ça va sans dire) a parlare di nuovi metodi di potatura, di Theremin (uno strumento musicale elettronico che non prevede il contatto fisico con l’esecutore…Giuseppe in azienda ne ha esposto uno, da cui il suo Pinot Nero IGT prende il nome), di un territorio, quello dell’Oltrepo’, delle sue potenzialità e delle cose –tante- su cui lavorare per migliorarne immagine e identità, stropicciate negli ultimi anni a causa degli scandali e contraffazioni del vino pavese.

Nel calice Nirfea, Azienda Vitivinicola Tosi 1

Per capire che Giuseppe ama il suo lavoro basta notare l’emozione nel mostrarci la cantina, il piacere di sedersi a tavola e raccontare la storia dell’azienda di famiglia, creata negli anni ‘60 dal padre e portata avanti, ora, da lui e dal fratello Massimo, con la stessa passione ma con un approccio più organico ed un progetto di evoluzione ed aggiornamento alle più moderne tecniche di vinificazione.

L’azienda Tosi, che comprende sedici ettari di vigneto ( coltivato principalmente a barbera, pinot noir, croatina, riesling e malvasia) si trova a Montescano, nell’Oltrepo’ pavese, area di eccellenza per la coltivazione del Pinot nero.. non per niente la sua configurazione geografica è a forma di grappolo d’uva.

Nel calice Nirfea, Azienda Vitivinicola Tosi 3

L’azienda produce una media di 50.000 bottiglie all’anno: Barbera, Bonarda (una bella scoperta è stata Violin, un vino vivace e fruttato che convince anche chi non ama i vini frizzanti), Riesling, Malvasia, Pinot Noir (anche nella versione rosè).

E ovviamente lei, Nirfea, nata nel 2009 da una produzione di 500 bottiglie e replicata, poi, nel 2011 (con una produzione più consistente, di 1000 bottiglie).

Nel calice Nirfea, Azienda Vitivinicola Tosi 2

Nirfea è un brut con un contenuto zuccherino molto basso ( 6/7 grammi di zuccheri per litro) e con una bella struttura (la gradazione alcolica è di 12 gradi e mezzo).

E’ composta quasi esclusivamente da Pinot nero e da un piccolo tocco di Chardonnay (solo un 5%); la vendemmia, manuale, è a fine agosto. La vinificazione in bianco avviene attraverso spremitura soffice delle uve e fermentazione con l’aggiunta di lieviti selezionati a 18° C.

La seconda fermentazione avviene in bottiglia, seguita da 40 mesi di sosta sui lieviti. Dopo il degorgement (o sboccatura), lo spumante sosta 3 mesi in bottiglia prima di essere messo in vendita.

Appunti di degustazione…

All’occhio: giallo paglierino, con fine perlage.

Al naso: sentore di mela acerba e fiori bianchi.

Al palato: secco, con acidità piacevole e rinfrescante.

In abbinamento con..

Si sposa perfettamente con un primo piatto delicato (un risotto al parmigiano ad esempio) o, per rimanere in terra lombarda, un antipasto tipico come l’insalata di nervetti.

Caterina Scaramagli

Mi chiamo Caterina e ho una laurea in Comunicazione. Da bambina passavo le mie giornate in cucina a giocare, sperimentare e sporcare. Durante gli studi universitari ho frequentato l’istituto alberghiero serale e ho avuto la fortuna di poter trasformare questa passione in un lavoro. Oggi sperimento, gioco e sporco come allora.

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