Lettera d’amore per un sogno

Lettera d'amore per un sogno«Lui, lui, lui
C’è questo filo di lui
Come una piccola luce che ho
Come una nota che so»
Mina

Mi sono innamorata di te in quarta elementare.
Anche se non capivo più della metà di quello che dicevi. Parlavi di una piccola fata, che di notte entrava nei sogni della gente. Afferravo il concetto in generale, erano le singole parti a risultarmi nebulose… Ma mi piaceva ogni parola, ogni tua frase delirante, ogni tua visione. Ancora troppo bambina per coglierne tutti i significati, eppure abbastanza ricettiva da permetterti di entrare nel mio cuore già allora.
Crescendo tutto mi è stato chiaro e tu sei diventato ancora più vero, più vivo, le tue parole più potenti. Mi sono abituata a pensare a te come all’emblema dell’Artista. Gli artisti sono sempre sospesi tra due mondi e tu eri -anzi sei- così, sospeso tra la lucidità e la follia, tra il sogno e la realtà, incompreso, non ascoltato, solo. Lo siamo un po’ tutti, noi artisti piccoli e grandi: gli altri vedono di noi in genere solo la testa persa tra le nuvole e quasi nessuno nota che abbiamo almeno un piede ben piantato nella vita vera. Altrimenti non potremmo rappresentarla o concepire nuovi sogni su di essa. Se i sogni ci portano lontano dalla nostra quotidianità, le loro radici affondano proprio nel (non)banale succedersi dei giorni, nelle esperienze concrete che ci rendono ciò che siamo.
Noi che viviamo e ci nutriamo della nostra immaginazione riusciamo a credere che i personaggi delle storie più belle abbiano camminato e camminino davvero per il mondo, a un soffio dalla nostra ombra, con un cuore che batte quanto il nostro e un’anima da ascoltare.
Per questo sin da bambina sono venuta a cercarti per le vie della tua città. A cercare le tracce del tuo passaggio. Lo faccio anche adesso, da adulta. Mi aggiro per queste strade e penso che tu abbia veramente vissuto.
Ecco perché oggi sono qui, a lasciarti queste rose e questa lettera ideale. In questo luogo, dove in un altro tempo e in dimensioni parallele e letterarie, sei morto. Sono qui perché esiste anche una dimensione in cui continui e continuerai sempre a vivere.
Nel mio cuore, nella mia fantasia, in tutto ciò che mi hai spinta a sognare e a creare, in quelle tue parole che si ripetono all’infinito senza perdere mai la loro intensità.
I sogni non muoiono. Non se noi li amiamo con sincerità e passione autentica.
E il mio amore è vero. Di quelli che durano una vita.
Tornerò sempre a cercarti, Mercuzio.
(Firmato: la bambina di trent’anni fa)

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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