«Io vado sognando strade nella sera»
Antonio Machado
Sere. Quante sere.
Tante stagioni, ognuna con sere che arrivano prima o dopo. Quelle estive, che portano tramonti colorati e brezza fresca. E zanzare, anche… Quelle invernali che giungono a mangiarsi in anticipo la luce, con colori nitidi o immerse nella nebbia.
Quelle autunnali, che sanno di fumo di legna e tinte morbide. E quelle primaverili, appese ad azzurri nuovi e voli di uccelli.
Sere. Quante sere. In cui è bello addentrarsi a passo lento, senza troppa fretta, perché tanto il giorno è finito e quel si poteva fare si è fatto, o si può rimandare a domani. Verrà la notte e poi un altro giorno ma mentre è sera nulla di tutto ciò è affar nostro, ancora. Mentre è sera si possono sospendere i pensieri e le attese e passeggiare semplicemente, contando i lampioni che si accendono, accarezzando con lo sguardo le luci dietro i vetri.
Si ammira il mondo scivolare nel blu del crepuscolo e un po’ torna in mente quando da bambini ogni strada, di sera, portava a casa, in braccio a nostro padre o alla mano della mamma. Verso una notte tranquilla di sogni.
Adesso magari la strada di sera porta lontano da casa e camminiamo soli. Ma sempre verso un sogno. Almeno uno. Quello è importante. Una strada di sera senza un sogno è strada sprecata, percorsa per nulla.
Sere. Quante sere. Quante strade.
Quanti sogni.