« Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, cogli l’occasione per comprendere»
Pablo Picasso
Nella golena le acque si sono ritirate. Dietro si lasciano detriti e strati di sedimenti. Sotto il sole si asciugano tanti piccoli gusci di chiocciole. Mi chino a guardarli… Li raccolgo sul palmo della mano, come farei con dei granelli di sabbia. La sensazione è la stessa. Un po’ di stupore, un po’ di consapevolezza, un po’ di inquietudine. Così piccoli, portati dall’acqua, depositati qui chissà da dove. Capita anche a noi.
Nella vita le acque si alzano e si abbassano e veniamo trasportati dalla corrente, a volte abbandonati sul fondo di una golena, spaesati, con l’unica protezione di questo nostro guscio, fragile e forte insieme, costruito giorno dopo giorno, con la speranza, la tenacia, forse l’incoscienza….
Pochi possono vedere sotto quel guscio. Pochi lo vogliono davvero. É più semplice schiacciarlo, questo guscio, frantumarlo convinti di avere già compreso ogni segreto, ogni perché. Pochi hanno la necessaria pazienza, la necessaria delicatezza per rispettare la curva dell’ombra all’interno del guscio, quel minuscolo scorcio del mistero di un’altra anima.
Invece di cullarci nel palmo della mano e di apprezzare la nostra singolare complessità, per la maggioranza è più facile ridurci alla mediocrità un banale pregiudizio.
A voi che avete preferito calpestarmi dico che sul mio guscio ci sono disegni che avete ciecamente ignorato e che sotto la superficie c’è molto più di quel che avete rifiutato di capire. Che sono ben più dura di quel che sembra. Noi del fiume cresciamo con la resistenza alle correnti.
Rimetto i gusci di chiocciola dov’erano, ad aspettare la prossima pioggia, la prossima piena. Sono certa che se la caveranno e arriveranno lontano.
