Gioco di specchi

Giovanni Papini«Eppure, pensai, quest’uomo del quale rido, questo giovine ridicolo e ignorante, è stato, in altri tempi, me stesso. Egli è ancora, per qualche lato, me stesso. In questi lunghi anni ho vissuto, ho veduto, ho indovinato, ho pensato ed egli è rimasto qui, nella solitudine, intatto, perfettamente eguale a quello ch’io ero il giorno in qui lasciai questi luoghi. Ora il mio me presente disprezza il mio me passato, eppure in quel tempo credevo, ancor più di oggi, di essere l’uomo superiore, l’essere alto e nobile, il sapiente universale, il genio in attesa. E ricordo che allora disprezzavo colui che disprezzava. E tutti questi sprezzatori e sprezzati hanno avuto lo stesso nome, hanno abitato lo stesso corpo, sono apparsi agli uomini come un solo vivente. Dopo il me presente, un altro si formerà che giudicherà la mia anima di oggi com’io giudico oggi quella di ieri. Chi avrà pietà di me s’io non l’ho per me stesso?»


Tratto dal racconto: Due immagini in una vasca (1906), di Giovanni Papini

Brenda Canales

Mi chiamo Brenda, ho una grandissima passione per la cultura, la natura e tutto ciò che accade nel mondo nei più svariati ambiti. Di mestiere faccio la traduttrice, pertanto è nella mia natura osservare il mondo e le parole.

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