«Alla fine salì di sopra e si mise a passeggiare davanti alla stanza di Ali. Quando alla fine aprì la porta, Ali stava pregando. Il ragazzo non lanciò neanche uno sguardo nella sua direzione.
Parvez lo prese a calci. Poi tirò su il ragazzo per la maglietta e lo colpì. Il ragazzo cadde. Parvez lo colpì ancora. La faccia del ragazzo era piena di sangue. Parvez ansimava, sapeva che il ragazzo era irraggiungibile, ma lo colpiva lo stesso. Il ragazzo non si riparava dai colpi, né reagiva; non c’era paura nei suoi occhi. Disse solo, attraverso le labbra spaccate: “Allora, chi è il fanatico adesso?”.»
Tratto da: Mio figlio il fanatico (1994), di Hanif Kureishi