«Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente
giacché non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante».
Alda Merini
Non amo i pessimisti e i lamentosi. E neanche gli ottimisti a oltranza, quelli che diventano persino irritanti nella loro insistenza a trovare un lato positivo in qualsiasi nostra manifestazione di sconforto.
Non esistono sempre soluzioni, non esistono sempre bicchieri mezzi pieni. A volte il bicchiere è vuoto e basta e l’acqua è finita.
A volte il tempo è stato davvero sprecato, a volte è giusto avere rimpianti o rimorsi. A volte volere vedere a tutti i costi qualcosa di buono in tutta la faccenda è solo una scusa per non ammettere che non è andata come doveva.
Anche la storiella del “dovevo fare tutto così come l’ho fatto, anche gli errori, perché dovevo essere chi sono ora”, mi suona tanto come una bufala per ingoiare meglio la pillola cattiva.
Ho una sola verità in mano: la vita dietro le spalle non tornerà più, con i suoi momenti brutti e quelli belli, e la vita davanti è incerta, imprevedibile, forse lunga, forse breve. E io sono qui, di fronte ad un orizzonte, a guardare le scie di due aerei incrociarsi nel vuoto del cielo.
Anche su quegli aerei ci sono tanti cuori che battono come il mio, tanti destini con bagagli pieni di cose perdute, sbagliate, non fatte, in volo verso progetti che forse porteranno a termine o forse no.
Portare a termine… per poi ricominciare. E terminare e ricominciare.
So solo questo, in un attimo che tra poco sarà già trascorso. Ripartire da qui, cominciare da qui, con le cose belle ad alleggerirmi il respiro e quelle brutte ad appesantirmi le tasche.
Poi non so dove andrò o dove arriverò, ma l’importante è iniziare a portare a termine qualcosa. A partire da questa passeggiata.
