Per voi, una nuova piccola suggestione letteraria, con la quale spero di stimolare un pò la vostra curiosità di lettori…
Bei Dao, “Speranza Fredda“
Il cinese Bei Dao è in grado di esprimere una poeticità di annullamento e morte priva però di qualsivoglia retorica nichilista. Le poesie raccolte in “Speranza Fredda” scandagliano le distanze dell’esistere e le prigioni dell’esserci – veramente fuori dal comune la vis emotiva controllata e silenziosa con cui scrive.
Come ricorda Claudia Pozzana nell’ introduzione intitolata “La distanza della Poesia”: «Quello di Bei Dao è anzitutto un mondo di pensiero, come rivela la calibrata astrazione dei suoi versi. Ciò che egli condivide con gli altri autori della configurazione poetica cinese contemporanea è principalmente la visione della poesia come singolare forma di razionalità: spazio d’ intellettualità capace di proprie procedure di pensiero indipendenti».
Fra i numerosi bellissimi versi non possiamo fare a meno di riportare quelli della poesia intitolata “Noi”:
Anime smarrite e sconvolte
alzando lanterne inseguiamo la primavera
Le cicatrici brillano, le tazze si rovesciano
il raggio di luce creato
guarda quell’ istante seducente:
banditi si insinuano nelle poste
le lettere emettono grida
chiodi, ah chiodi
le parole di questa canzone non possono più cambiare
legna da ardere fittamente ammucchiata
in cerca di ascoltatori
[… ]
Bei Dao è nato a Pechino nel 1949. Nel 1978 ha fondato la rivista “Jintian” (Oggi), chiusa dal governo nel 1980. Dal 1989 vive fra l’ Europa e gli Stati Uniti.