ARIA DI NATALE: parte II

Marlene Dietrich 1In questo periodo dell’anno così gioviale e festoso, ci facciamo mettere il ditino al Diavolo. Perché è giusto invitare anche lui ai festeggiamenti: a Natale non siamo tutti più buoni? Sono sicura che c’è una porzione di lasagne anche per lui.

Perciò, vi do il benvenuto alla seconda puntata della nostra miniserie natalizia “Aria di Natale” con Marlene Dietrich. Grandissima amica di Edith Piaf, che ci ha tenuto compagnia la scorsa settimana, nasce nella nazione nemica ai francesi e alla quasi totalità dell’Europa di quel periodo: la Germania.

La posizione politica della Dietrich fu molto forte, lasciò la sua terra natale per non farvi ritorno se non, probabilmente, a Guerra finita. A più riprese le è stato proposto di diventare rappresentante dell’incubo che avvolgeva la Germania in quel grave frangente storico. Naturalmente, rifiutò. Anzi, ottenuta la cittadinanza americana, rispose con una serie di spettacoli destinati ad intrattenere le truppe americane impegnate nel conflitto.

Marlene Dietrich era una donna risoluta, intransigente con se stessa, tanto che in scena, si dice tenesse uno specchio a figura intera per controllare la sua immagine che veniva ripresa da Sternberg in film memorabili.

Definirei la figura di questa donna come coinvolgente. Tutto era volto ad evidenziare la sensualità che la contraddistingueva anche e soprattutto nella vita privata. Non dobbiamo stupirci se recitò il primo bacio omosessuale della storia del cinema in Marocco. Marlene Dietrich era bisessuale dichiarata e viveva in maniera molto libera e naturale la sua persona. Collezionò amanti nelle più alte sfere dell’ambito culturale e perciò sarebbe stato più improbabile se si fosse rifiutata. Il film le procurò la prima nomination all’oscar. Era una donna votata alla sua passione. Su consiglio di Sternberg, regista di Angelo Azzurro, si sottopose a una dieta molto rigida e si fece estrarre due molari per scavare il volto e conferire un’aria più drammatica e misteriosa. Fu anche la prima diva ad indossare pantaloni. Oggi come oggi sembra una cosa di poco conto, ma per allora era impensabile che una donna celebre potesse farsi ritrarre con una foggia simile per la copertina di un giornale. Fu proprio quel servizio che concretizzò la sua immagine di donna forte, come si usa dire oggi. Ecco, forse è pensando a donne come queste che si capisce quanto, a volte, siamo diventati un po’ banali. Sarò anche antipatica, però se mi viene da sorridere a tutti gli sforzi di nudità a cui si sottopongono molte showgirls dei tempi odierni, non è per presa in giro o un senso di superiorità. E’ chiaro che se una donna in pantaloni bastava a sconvolgere gli animi, forse dovremmo rivalutare l’escamotage, perché anche oggi una showgirl vestita potrebbe sconvolgere gli animi. Pensiamo ad Adele, che no, scusate ma non è la stessa cosa. Si trova però forse nella stessa posizione, almeno in parte. Se da un lato la cantante britannica non è chiamata a rappresentare un regime, e non è obbligata a fuggire dall’altro capo del mondo, dall’altro ha comunque affermato la sua libertà di essere ciò che è senza scivolare nel volgare, senza provocazione. Perché quando una posizione è mossa da un contenuto forte e idealistico, se vogliamo, che fa davvero parte della vita della persona, allora è difficile che scada nel volgare. Non è scandalo, è rivoluzione. Perciò trovo Marlene Dietrich e tante altre dive del Marlene Dietrich 2tempo, molto attuali. La società era diversa, certamente, la condizione femminile anche. Se prima c’era troppa rigidità, oggi c’è confusione e c’è il vuoto da colmare. La nudità, che è in sé una cosa bella e importante, non è mai stata così sminuita dall’inutilità di esibirla in determinati contesti. Non sto dicendo che nella musica, nell’arte, la nudità sia inutile. Tutt’altro! Credo che confondere l’esibizione di un corpo, con l’espressività che quel corpo può avere, sia abbastanza fuorviante. Mi spiego. Quando Marlene Dietrich, nell’Angelo Azzurro, si mostrò con le gambe velate da calze nere e una sensualità esplicita, dimostrò in pieno che quest’ultima non aveva connotazioni negative, ma espressive. Portò la femminilità ad un altro livello, dove emergeva l’orgoglio per la propria persona che deriva da una visione positiva e soddisfacente di sé. Ora, questo messaggio, giustissimo secondo me, è veicolato dall’aspetto più misero della sfera sessuale, che è acquisire popolarità per vendere. Stupire con immagini che di osè hanno ormai ben poco. Perché? Perché se ne vedono troppe e tutte uguali. E’ stato categoricizzato il sesso e quindi le persone. Si è smussata la lama che davvero poteva rendere la sensualità una spada affilata con cui uccidere il perbenismo che non ha smesso nemmeno oggi di dilagare.

Si tollerano donne mercificate solo per il gusto di sminuirle e quindi creare un circolo di amore e odio che non ci fa crescere come esseri umani.

Perciò personalità come Marlene Dietrich vanno sempre ricordate. Anche se la loro collocazione temporale sarà sempre più lontana, sicuramente non lo sarà l’eco del loro impatto.

Visto cosa succede ad invitare il Diavolo al cenone di Natale? Che ti ricordi che devi ancora incartare i regali… Perciò scappo e mi auguro di ritrovarvi alla terza puntata di “Aria di Natale”! La prossima puntata sarà da record!




Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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