Ab Urbe Condita

CastrumFerrara, cara vecchia Ferrara.
Vecchia, si ma non vecchissima: Parma, la città dove sono nato, vanta origini molto più antiche, fino ai romani, così come Bologna, allora perché questo interesse?
Ma come ogni storia, anche questa deve cominciare dall’inizio.
E qui mi è dove vi porgo le mie scuse…
In primis non sono uno Storico, ma mi considero, immodestamente, solo un Umanista, nel senso medievale del termine, appassionato di Storia.
“Una cosa sola so, di nulla sapere!” Mai questa frase di Socrate, scusate se è poco, è stata usata in maniera meno snobistica e più letterale, di come io la usi applicata a me stesso!
Sono convinto che quasi tutti i miei due – tre lettori ne sapranno più di me- L’unico motivo che mi porta a divulgare i miei claudicanti sproloqui storico – umanistici, è da ricercare nell’amore profondo che nutro per la mia Città e che vorrei condividere, o, magari, generare in uno o due di voi.
Ciò significa che non ho, e non pretendo di avere, le risposte a tutte le domande, ma vi prometto di cercarle, al meglio della mia passione e delle mie capacità intellettuali.
Vuol dire, anche, che mi scuso per eventuali inesattezze cronologiche, che spero di evitare, ed interpretative, che ovviamente dipendono anch’esse dalla mia passione.
Detto questo e con tutti i limiti che ciò comporta, consentitemi di invitarvi ad un viaggio esclusivo che, come pagamento, vi chiede di mettere a disposizione la vostra curiosità ed il tempo materiale per soddisfarla.
Bagaglio leggero, mente aperta e partiamo!
Quando nasceva una città, i fondatori non correvano a registrare la nascita all’anagrafe… anche perché l’anagrafe non esisteva ancora, tanto meno per le città.
La fondazione di una città, quindi, è sempre un evento temporalmente incerto, spesso si perde nelle nebbie del tempo, confuso tra realtà e mito, ossia confuso dalle storie che le ambizioni dei suoi fondatori le attribuiscono.
La realtà, tuttavia, tende ad essere molto più pragmatica, legata a fattori di convenienza economica o militare: una città in posizione favorevole sarà sicura, ricca e prosperosa e, quindi, destinata ad attirare abitanti e, di conseguenza, vivere a lungo.
I miti e le storie epiche, invece, sono funzionali a fornire a menti semplici dei motivi per amare la città stessa, per identificarsi in essa, oltre che fornire patenti di nobiltà e credibilità nei confronti dei vicini.
Detto questo torniamo a casa nostra.
Anche le origini di Ferrara si perdono nelle nebbie della storia. E adesso, mi spiace per voi, ma un cappellotto di Storia ve lo debbo proprio propinare, altrimenti non ci capiamo più niente.
Parlo al plurale perché mentre scrivo, anch’io, sto mettendo in ordine le idee…
Abbiate fede, ne usciremo!
Alla fine dell’Impero Romano d’Occidente, nel V – VI secolo dopo Cristo, nel luogo dove nascerà la nostra città, è segnalato un Castrum Bizantino, emanazione militare dell’Esarcato di Ravenna, ossia un accampamento militare circondato da abitazioni civili, che da esso dipendevano sia per la protezione che per il sostentamento materiale.
Perché?
A quell’epoca Ravenna era la potenza militare residua dell’Impero Romano.
Anzi, era il simbolo vivente della potenza militare dell’Impero Romano d’Oriente, ossia dell’impero Bizantino, che pur con tutti i limiti che gli competono, provvedeva a mantenere alto il nome (anche se solo quello purtroppo) di Roma nel mondo, oltre che ad alimentare con cura la fiamma della civiltà romana, in modo tale che non si spegnesse del tutto, riprecipitando l’Europa nel buio totale della barbarie.
Nei secoli d’oro dell’Impero, quando Roma governava l’intero mondo noto ed il mar Mediterraneo era il Mare Nostrum, ossia una specie di emanazione liquida dei territori romani su cui i commerci e le informazioni viaggiavano liberi, veloci e sicuri, Ravenna costituiva il principale porto militare e commerciale dell’Alto Adriatico.
Ancora oggi troviamo, nei pressi della città, un piccolo porto turistico, associato ad un luogo di divertimenti balneari, chiamato Lido di Classe: “Classe” in latino significa “Flotta”.
Belisario, strategos autokrator dell’Imperatore Romano d’Oriente Giustiniano I, oggi lo chiameremmo Comandante in Capo delle Forze Armate, per consentire i piani del suo Imperatore, ossia riportare il dominio romano su tutte le terre italiane, da secoli ormai in mano ai barbari, nel 540 d.C., dopo aver sottomesso tutta l’Italia a sud del Po, conquistò con uno stratagemma anche Ravenna, che per la sua posizione era strategica alla riconquista dell’Italia cispadana, ovvero l’Italia a nord del Po.
Finalmente, dopo circa un secolo di guerre con Goti, Franchi ed Alemanni, nel 554 Ravenna diviene contemporaneamente Sede Arcivescovile, con preminenza su tutto il centronord peninsulare, e sede del Governo Bizantino d’Italia. Tuttavia questa nuova stabilità era ancora traballante, i barbari continuavano a provarci!
Pertanto il governatore bizantino di Ravenna, divenuto nel frattempo Prefetto del Pretorio d’Italia, si rese conto che serviva una struttura militare adeguata, per cui istituì quattro “regioni militari” principali, a loro volta suddivise in provincie…
Una di queste era, ovviamente, Ravenna, la sua sede, da cui dipendevano diversi Castrum Vernalis (questi erano grossi accampamenti militari permanenti -contrariamente ai Castrum romani che potevano anche essere semipermanenti- e che, come dice il nome, consentivano alle legioni di trascorre l’inverno in modo confortevole e sicuro) e Castrum Aestiva (accampamenti solo temporanei, di marcia, che venivano costruiti alla sera, e la mattina distrutti per riprendere la marcia).
Ed ecco il nostro Castrum, da cui siamo partiti per questo lungo viaggio.
Se mi avete seguito fino a qui, complimenti: siete pronti per il Gran Prix Mondiale della Pazienza!

Vi saluto, vi ringrazio di avermi seguito e ci leggiamo alla prossima!

Mauro Chiapatti

Mauro Chiapatti

Mi chiamo Mauro, faccio un lavoro che mi piace (il Tecnico di Radiologia), che ho scelto e voluto e di cui sono, anche, fiero. La mia passione per la storia, in particolare per il Medioevo, mi ha portato ad approfondirne la conoscenza e l'attiva partecipazione alle attività del Palio mi ha consentito e mi consente di "riviverne" certi aspetti.

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