RECENSIONE – “Turner”

"Turner", di Mike LeighFilm del 2014, “Turner” esplora l’ultimo quarto di secolo del grande ed eccentrico pittore britannico J.M.W. Turner (Timothy Spall).

Profondamente turbato dalla morte del padre (Paul Jesson), amato da sempre dalla domestica (Dorothy Atkinson) che tratta con superficialità e con la quale ha occasionalmente rapporti sessuali, trascorre la vita viaggiando, dipingendo, frequentando l’aristocrazia britannica ed è membro della Royal Academy of Arts, all’interno della quale è molto popolare nonostante il suo sovversivismo.
Finisce i propri giorni a Chelsea, dove vive in incognito con una donna (Marion Bailey), un’affittacamere, alla quale si è legato sentimentalmente qualche tempo prima.

Film lento e oscuro ma al contempo affascinante, poggia su una grande fotografia e interpretazioni eccezionali.

Timothy Spall interpreta in modo straordinario il pittore britannico, maestro dei panorami che riesce ad impregnare di un’intensa spiritualità, difficile da attribuire all’uomo che ci troviamo di fronte: i suoi comportamenti sono goffi, quasi animaleschi e spesso inappropriati. Egli sembra controllare a fatica certi impulsi, come il dolore per la morte del padre o la sessualità. È forse la scomparsa stessa del padre ad incitare certi comportamenti di Turner esplorati da Leigh in questo film, come se la depressione per la perdita avesse amplificato alcuni aspetti della personalità del pittore. È così che vediamo Turner entrare in un bordello per ritrarre una prostituta, piangere inconsolabilmente emettendo grugniti animaleschi davanti alla donna e poi tornare a casa ed avere un fugace rapporto sessuale con la domestica.
Ma come dicevamo, Turner è sia un uomo brutale, specialmente nel relazionarsi agli altri, sia un uomo dalla grande nobiltà d’animo. Significativa è la scena in cui chiede ad una ragazza di suonare al clavicembalo “Purcell”: Turner l’accompagna col canto, sfoderando un’inaspettata voce cavernosa e animalesca. Ecco unite le due anime di Turner, grande d’animo e materiale allo stesso tempo.

Notevole anche l’interpretazione di Dorothy Atkinson nei panni della domestica che nei rari momenti di trasporto Turner chiama “Damigella”: umile e sottomessa, nonché affetta da una forma devastante di psoriasi, parla pochissimo ma è sempre presente durante le conversazioni di Turner con i potenziali acquirenti, il padre e i colleghi pittori. Pur dando l’impressione di capire ben poco di quanto le accade intorno, ama Turner incondizionatamente e Leigh dedica ai suoi sguardi numerosi e lunghi primi piani.

Turner, appartenente alla scuola Romantica e considerato precursore dell’Impressionismo, era definito “pittore della luce”, oltre che di tempeste e naufragi: la straordinaria fotografia di Dick Pope ci restituisce tutto questo, dai paesaggi in cui Turner cammina solo in lontananza – paesaggi che potrebbero essere proprio suoi dipinti e che esprimono la grande tristezza di fondo del personaggio – all’uso della luce che per Turner era divinità, “Dio è il sole”, come dirà un attimo prima di morire. Quel sole che quindi non vedrà più, come non vedrà il futuro che sta arrivando, che lo affascina tanto da ritrarlo – “Pioggia, Vapore e Velocità” – e che lo spaventa, specialmente con l’arrivo della fotografia che vede come una minaccia nei confronti della pittura.

Mike Leigh ci racconta di un uomo solitario, ma il racconto non sarebbe completo senza quel personaggio che è il contrappunto di tutta la storia: la domestica che, nonostante la malattia, va in cerca di Turner arrivando fin sulla soglia della casa in cui egli si trova agonizzante e dove non entra, scoprendo all’ultimo momento che lì vive da tempo con un’altra donna. Nonostante la sua semplicità e insipienza, Leigh le dedica un ruolo importante, nonché l’ultima inquadratura: come l’elefante quasi invisibile di “Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi”, nel personaggio di lei dobbiamo forse cercare un protagonista nascosto.

Pregevole anche la colonna sonora di Gary Yershon, di certo inusuale, con un tema principale dal suono nebbioso e offuscato che restituisce perfettamente quell’atmosfera sbiadita di certi dipinti di Turner, oltre ad evocare l’inquietudine nascosta nell’animo del personaggio.

Timothy Spall è stato premiato a Cannes nel 2014 per la Miglior Interpretazione Maschile.

Mary Somerville: «L’universo è caotico e voi ce lo mostrate. Siete un uomo molto acuto Signor Turner.»

“Turner” (“Mr. Turner”, biografico, Regno Unito, 2014) di Mike Leigh. Con Timothy Spall, Dorothy Atkinson, Marion Bailey, Paul Jesson, Leslie Manville, Martin Saavage, Ruth Sheen, Sandy Foster, Karl Johnson, Amy Dawson, Richard Bremmer, David Horovitch, Joshua McGuire, Leo Bill.
PRODUZIONE: Film4, Focus Features International, Lipsync Productions, Thin Man Films, Xofa Productions.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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