RECENSIONE – “Selma – La Strada per la Libertà”

SelmaNel dicembre 1964 Martin Luther King Jr è insignito del Premio Nobel per la Pace: pochi mesi dopo inizia la battaglia non-violenta, sua e del suo popolo, con l’appoggio della Southern Christian Leadership Conference, per l’acquisizione dei diritti civili ed in particolare per l’estensione del diritto di voto anche alla comunità afro-americana. Il diritto di voto per i neri esisteva già ma la realtà era ben diversa: molti erano i mezzi messi in atto per impedire ai neri di votare, come ad esempio l’obbligo di compilare moduli con nome, cognome e indirizzo di residenza, cosa che esponeva gli afro-americani a facili ritorsioni di qualunque tipo da parte dei bianchi razzisti.
Dopo varie richieste rivolte al Presidente Lyndon Johnson affinché fosse varata una legge che estendesse il diritto di voto, tutte cadute nel vuoto, Martin Luther King riunisce la comunità afro-americana, scegliendo la protesta in strada come mezzo per il raggiungimento dei propri fini. Simbolicamente, il luogo scelto per la dimostrazione è Selma, una cittadina dell’Alabama dove, come in gran parte degli stati del sud, le restrizioni nei confronti dei neri erano ancora forti.
Il primo tentativo di marciare per la parità dei diritti da Selma a Montgomery, avviene il 7 marzo 1965: è il tragico Bloody Sunday entrato nella storia. I manifestanti vengono fermati sul Ponte Edmund Pettus dalla polizia che li aggredisce e ricaccia indietro a suon di manganellate.
Il secondo tentativo è quello del Turnaround Tuesday: i manifestanti, dopo aver superato il Ponte Edmund Pettus, tornano indietro per volere di Martin Luther King, il quale temeva potessero ripetersi le violenze della prima volta.
La terza e definitiva marcia fino a Montgomery inizia il 16 marzo e termina il 24 marzo, sotto la scorta dell’esercito e della Guardia Nazionale dell’Alabama e soprattutto dopo che, il 17 marzo, il giudice federale Johnson si era espresso in favore dei manifestanti, riconoscendo loro il diritto di marciare sancito dal Primo emendamento.
Il 6 agosto dello stesso anno, il presidente Johnson firma il Voting Rights Act.
Il film di Ava Du Vernay è un racconto fedele dei fatti, basato anche sulle numerosissime intercettazioni dell’FBI che aveva sparso di cimici sia la casa di King, sia quelle dei suoi collaboratori.
Un dramma intenso che però scade a volte nella retorica, come nel porre l’accento sulla grande umanità e dignità dei neri da un lato e la cattiveria dei bianchi dall’altro o quando indulge fin troppo nelle scene di violenza, enfatizzate dalla musica drammatica e dal rallentamento delle immagini.
Come avevano notato sia il produttore Jeremy Kleiner, sia Ava Du Vernay, è sorprendente che la storia di Martin Luther King non fosse mai stata portata sul grande schermo prima d’ora. In questo film la tenacia e la forza di King (David Oyelowo) non vengono certo messe in secondo piano, ma allo stesso tempo la Du Vernay evita di dipingerlo come un mito, mettendo in luce anche i suoi difetti più umani, specialmente nel suo rapporto con la moglie Coretta (Carmen Ejogo).
“Selma” non è solo il racconto di una fase della vita di King: questo è il punto di partenza per raccontare la storia, molto più grande, di quei neri che si sentivano americani ma non avevano gli stessi diritti degli americani bianchi. È un film che racconta fatti reali e una pagina importante della storia americana ma che, trattandosi di una battaglia per i diritti civili e per l’uguaglianza, riguarda tutti noi.

Martin Luther King: «La vita non è degna d’essere vissuta se non siamo disposti a morire per coloro che amiamo e per ciò in cui crediamo

“Selma – La strada per la libertà” (“Selma”, USA, 2014) di Ava DuVernay. Con David Oyelowo, Tom Wilkinson, Cuba Gooding Jr., Alessandro Nivola, Carmen Ejogo, Lorraine Toussaint, Tim Roth, Oprah Winfrey, Tessa Thompson, Giovanni Ribisi, Omar J. Dorsey, Andre Holland, Lakeith Lee Stanfield, Corey Reynolds, Stephan James, Colman Domingo, E. Roger Mitchell, Brandon Carroll, Elizabeth Diane Wells, Wendell Pierce, Jeremy Strong e Dylan Baker.
PRODUZIONE: Pathé, Plan B Entertainment, Cloud Eight Films.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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