Pro Fide , pro utilitate hominum – Parte II: Perchè?

Torniamo ad occuparci dei Cavalieri Ospitalieri, cha abbiamo lasciato qualche settimana fa, per capire come nacque l’Ordine dei Giovvaniti.

I testi storici ci consegnano il Beato Frà Gerardo dè Saxo, dell’Ordine di San Benedetto, amalfitano di Scala, ove nacque nel 1040, quale fondatore dell’Ordine dei Giovanniti. Questa affermazione è vera solo parzialmente: infatti il Beato Gerardo fu il Priore che ricostruì fisicamente e diede all’Ospitale la sua impronta, assistenziale e cosmopolita, aderente alla Regola di San Benedetto “Ora et Labora”. La preghiera a Dio, aspetto fondante di ogni Ordine Monastico, che si unisce al duro lavoro materiale che in quelle terre coincideva, per scelta e Vocazione dei Monaci, con l’assistenza materiale a chi per Fede decideva di attraversare il mondo allora conosciuto, quando già spostarsi da una città all’altra poteva essere un viaggio memorabile.
Dunque Egli divenne il Priore di un’ “Ospitale” Benedettino, come tanti altri che già esistevano e nasceranno poi in Europa.
Questo luogo di preghiera e di cura fu fondato ed edificato, in realtà, da alcuni ricchi mercanti amalfitani, suoi conterranei, a Gerusalemme, per offrire rifugio ed assistenza spirituale e sanitaria ai “Viaggiatori di Dio”, ossia ai pellegrini che, dopo lunghi e pericolosi viaggi, giungevano finalmente in Terra Santa, per rendere omaggio ai luoghi di Cristo, e tale rimase fino alla sua morte.
Dopo la morte del Beato Gerardo si colloca, anche, il momento della svolta epocale dell’Ordine. Questo attimo preciso porta, infatti, con sè il termine dello sviluppo consequenziale di quelle idee e quelle azioni che Egli aveva faticosamente seminato e coltivato fino a quel momento.
Questa svolta fu resa necessaria, chiamata ed indotta dalla politica, come vedremo più tardi, dei vari potentati islamici che ambirono a governare quelle terre, cristiane per definizione.
Tuttavia, durante tutta la permanenza dell’Ordine in Terra Santa, l’attività assistenziale per i “Viaggiatori di Dio” rimaneva prioritaria rispetto a qualunque altro loro compito. Infatti i
Monaci Benedettini di Cluny, erano, e rimasero sempre, i soli ad occuparsi dei malati, dei deboli e dei nullatenenti: l’Ospitale di San Giovanni di Gerusalemme, come fu originariamente impostato dal Beato Gerardo, rimase sempre il primo impegno in questo senso.
L’Ordine Ospitaliero di San Giovanni in Gerusalemme, da cui nascerà, dopo pochi anni, l’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, noto come Cavalieri Giovanniti o Gerosolimitani, fu riconosciuto come autonomo e internazionale con una Bolla Papale di Papa Pasquale II del 1113 nella quale venne, anche, sancito l’abito monacale dell’Ordine.
Di origine Benedettina, sulla nera tunica di quell’antico Ordine, comparve la Croce Bianca delle Beatitudini, ossia la Croce ad otto punte della Repubblica di Amalfi, a perenne ricordo delle loro origini, oltre che bussola indicante perennemente la Via Maestra per il Regno di Dio.
Tornando alle origini, quando Frà Gerardo gestiva in maniera magistrale la vita e le scelte politiche locali dell’Ospitale, coadiuvato dal fatto che in quell’epoca il conflitto religioso non era, ancora, scoppiato, l’Ospitale apriva le sue porte a chiunque, di qualsiasi razza e religione, avesse bisogno di asilo o cure, cosa che gli garantiva il favore tanto dei Cristiani che dei mussulmani e favoriva il consenso dei sovrani egiziani della dinastia fatmide, quella delle “Mille ed una notte”, per intenderci, i quali consentivano, di contro, un accesso tranquillo ai Cristiani alla Terra Santa.
Per merito di questa combinazione di fattori positivi, al momento, non si poneva il bisogno di una particolare istanza difensiva dei pellegrini, ricordando tuttavia che il fenomeno dei briganti e dei predoni da strada non era sconosciuto neanche in quei Luoghi così Sacri…
Nel 600 all’abate Probus fu commissionata da papa Gregorio I la costruzione di un Ospitale a Gerusalemme per avere cura dei pellegrini cristiani in Terrasanta.
Nel VIII secolo D.C., gli Arabi, sull’onda della predicazione del nuovo credo in Allah, si lanciarono alla conquista del Mediterraneo ed invasero le Province Orientali dell’Impero Bizantino (o Impero Romano d’Oriente).
Sotto la Spada dell’Islam, nei primi tempi, gli appartenenti ai “Popoli del Libro“, ovvero Ebrei e Cristiani, che non volevano convertirsi, potevano continuare a professare il proprio Credo, in cambio di una apposita imposta e dell’esclusione da ogni carriera e carica nell’amministrazione dei territori ormai assoggettati all’Islam: in pratica poterono avere salve vita ed anima solo se accettavano di divenire “cittadini di serie B.
In questo contesto il califfo Omar entrò a Gerusalemme senza spargimento di sangue, e rispettò i luoghi sacri di Cristiani ed Ebrei, consentendo che continuassero i pellegrinaggi nella città che aveva visto il Martirio del Salvatore, pur imponendo queste vessatorie condizioni.
Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero, ingrandì l’Ostello di Probus e vi aggiunse una biblioteca.
Nel 938, tuttavia, la Processione Cristiana della Domenica delle Palme venne assalita dai fanatici musulmani sunniti, con molti morti e feriti ed, addirittura, dando alle fiamme il Santo Sepolcro.
Ed ancora, nel 966, lo stesso governatore della città aveva aizzato la popolazione islamica contro i cristiani, con il risultato di altri morti, tra cui il Patriarca Cristiano, ed un altro incendio che aveva distrutto la Chiesa della Resurrezione.
Nel 1005, l’imām distrusse l’Ostello Giovannita assieme con altri tremila edifici, alba e presagio della sorte travagliata della Città simbolo del Cristianesimo, mentre, con spregio e derisione del culto cristiano, obbligò i Fedeli di Cristo a portare, appese al collo, delle croci di legno, lunghe circa un metro e larghe mezzo.
Nel 1023, forse, come in una sorta di compensazione morale per le nefandezze compiute in nome del loro falso idolo, l’imām fatimide d’Egitto, al-Zāhir dei, concesse ad alcuni mercanti, provenienti da Amalfi e Salerno, il permesso di ricostruire lo Spedale a Gerusalemme.
Esso fu riedificato sul luogo che era stato consacrato al Monastero di San Giovanni l’Elemosiniere, onde servire i pellegrini cristiani che viaggiavano per visitare i paesi e i luoghi dove Gesù era nato, vissuto, morto, risorto e asceso al cielo.
Ancora una volta esso fu affidato ai Monaci Benedettini di Cluny.
Tuttavia questa situazione idilliaca non era destinata a durare …
Vedremo nel mio prossimo intervento per quale motivo questo poté accadere e come questi accadimenti andranno ad influenzare la storia e la cultura “mediterranea” fino ai nostri giorni.
Vi saluto e vi ringrazio, dandovi appuntamento ai prossimi giorni.
Ciao a tutti da Mauro.

Mauro Chiapatti

Mauro Chiapatti

Mi chiamo Mauro, faccio un lavoro che mi piace (il Tecnico di Radiologia), che ho scelto e voluto e di cui sono, anche, fiero. La mia passione per la storia, in particolare per il Medioevo, mi ha portato ad approfondirne la conoscenza e l'attiva partecipazione alle attività del Palio mi ha consentito e mi consente di "riviverne" certi aspetti.

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