Montechristo

Sono molto contenta nell’annunciare che finalmente il sipario si è aperto su un palco che aspetto da tempo di vedere illuminato. L’occasione è l’uscita del primo singolo dei Montechristo, Freaky Generation, un pezzo potente e internazionale che pretendo di sentire in radio almeno una ventina di volte al giorno. Il mio entusiasmo è dettato anche dall’essere molto orgogliosa di poter parlare di artisti che si sono mossi nell’ombra per anni e che finalmente hanno deciso di svelare la loro identità: Antonio Toni alla voce e Francesco De Benedittis alla produzione. Ma credo che la chimica, così evidente ed esplosiva, vada oltre i ruoli. Ai più, ancora, questi nomi non diranno molto, ma per chi nel settore bazzica da anni, non sono certamente una novità, anzi: portano nelle loro valigie pezzi da novanta delle classifiche degli ultimi tempi per nomi importanti della scena musicale italiana e internazionale, con all’attivo importanti riconoscimenti.
Il progetto Montechristo è sospinto dall’entusiasmo e non da un senso d’inferiorità che inganna molti autori che potrebbero tranquillamente rimanere tali, decidendo invece di metterci la faccia. C’è una grande differenza. Il ruolo dell’autore non è affatto facile se consideriamo che significa letteralmente mettersi nei panni altrui per poter essere convincenti e può essere senza dubbio interessante, divertente ed appagante, ma anche una lama a doppio taglio: il peso dei nomi che si prendono la gloria è senza dubbio motivo di soddisfazione ma può diventare davvero opprimente perché c’è il rischio di essere sempre abbinato a tal dei tali. Però in questo caso (e molti altri) non c’è da avere troppo timore: le personalità forti abbinate a talento vero raggiungono i cuori e brillano di luce propria, perché hanno colto ogni compromesso come l’occasione di arricchire il proprio bagaglio. Perciò il nome Montechristo fa eco a quel sentimento che può essere scambiato per vendetta e rivalsa ma che così non è perché non vi è alcun motivo di esserci. Montechristo mi pare più un progetto di adulti consapevoli con la grinta di ragazzi pieni di vita e tante idee da condividere, grati di tutto ciò che hanno avuto ma che sanno bene di esserselo sudato e conquistato, perciò si sono assolutamente guadagnati il diritto di dire la loro e punto. Si sono preparati e adesso lo spazio è stato preso e spero vivamente che cresca ogni giorno. Siamo solo al primo singolo e abbiamo già una direzione definita e concreta, un video studiato nei particolari, un pezzo pronto a rombare come una Lotus (o insomma scegliete voi il motore che preferite) che già scala la Viral di Spotify, e pure un messaggio chiaro: alziamo le chiappe. Temo di aver smontato il pathos che ero forse riuscita a creare, ma il testo di Freaky Generation invita a quel concetto di libertà che a me piace tanto e che spesso cito. Il mondo vive un momento molto complicato, in cui la violenza e l’abuso di potere, l’arroganza e la prepotenza la fanno da padroni. Ciò che spaventa di più è che lezioni dovremmo averne già imparate. Noi siamo esseri umani e siamo capaci di provare amore: l’amore è la chiave per la nostra presa di coscienza e a questo punto diventa doveroso prendere una posizione, scommetterci su e agire per salvare noi e il futuro. Davvero oggi più che mai siamo in grado di farlo, siamo costantemente in comunicazione: cosa accadrebbe se usassimo tutto ciò per diffondere quest’arma che, sotto diverse forme, prima o poi tocca il cuore e l’animo di tutti?
Dunque in questo caso possiamo davvero toccare con mano come le passioni portino lontano se ardono a dovere, e possono sconfiggere ogni tipo di stereotipo o di pregiudizio. Ciò è sempre motivo d’orgoglio. Tante volte ci sentiamo dire che i sogni si possono realizzare se si è in grado di immaginarli, ma spesso ci si àncora alle difficoltà della vita, accade. Altre volte per fortuna si fa centro e per merito, cosa più rara in effetti, ma in questo caso direi che ci siamo proprio.



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Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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