L’ultimo morso del Black Mamaba

L'ultimo morso del Black Mamba

Caro basket,
dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre
e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum
ho saputo che una cosa era reale:
mi ero innamorato di te.

Con queste parole Kobe Bryant, giocatore simbolo dell’NBA e icona della pallacanestro, ha iniziato la lettera con cui ha deciso di annunciare al mondo il suo ritiro al termine della stagione in corso.

Bryant, nato a Filadelfia il 23 Agosto 1978, esordisce in NBA nel 1996 con la maglia dei Los Angeles Lakers, l’unica che indosserà nella sua ventennale carriera. Vincitore di 5 titoli, Mvp nella stagione 2007/2008 e 17 volte presente all’All-Star Game, Kobe Bryant è il giocatore che più di ogni altro ha raccolto nella lega cestistica americana la pesante eredità sportiva, mediatica e pubblicitaria di Michael Jordan, che ha incrociato da avversario sul parquet agli inizi della sua carriera. Ora, a 38 anni, uno dei più importanti sportivi della storia americana sente avvicinarsi l’inesorabile momento in cui la mente e il corpo di uno sportivo non sono più in grado di reggere ad altissimi livelli. Il “Black Mamba” ha quindi voluto salutare tutti in anticipo, per gustarsi e far gustare fino in fondo agli appassionati le sue apparizioni in campo da qui al termine del campionato, con la consapevolezza che saranno le ultime.

Questa lettera tocca il cuore di chiunque abbia vissuto nella sua vita, ad alti livelli o per pura e semplice passione, l’amore per uno sport. Ecco qui di seguito il testo della lettera, tradotto in italiano.

Caro basket,
dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre
e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum
ho saputo che una cosa era reale:
mi ero innamorato di te.
Un amore così profondo che ti ho dato tutto
dalla mia mente al mio corpo
dal mio spirito alla mia anima
Da bambino di 6 anni
profondamente innamorato di te
non ho mai visto la fine del tunnel.
Vedevo solo me stesso
correre fuori da uno.
E quindi ho corso.
Ho corso su e giù per ogni parquet
dietro ad ogni palla persa per te.
Hai chiesto il mio impegno
ti ho dato il mio cuore
perché c’era tanto altro dietro.
Ho giocato nonostante il sudore e il dolore
non per vincere una sfida
ma perché TU mi avevi chiamato.
Ho fatto tutto per TE
perché è quello che fai
quando qualcuno ti fa sentire vivo
come tu mi hai fatto sentire.
Hai fatto vivere a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere un Laker
e per questo ti amerò per sempre.

Ma non posso amarti più con la stessa ossessione.
Questa stagione è tutto quello che mi resta.
Il mio cuore può sopportare la battaglia
la mia mente può gestire la fatica
ma il mio corpo sa che è ora di dire addio
E va bene.
Sono pronto a lasciarti andare.
E voglio che tu lo sappia
così entrambi possiamo assaporare ogni momento che ci rimane insieme.
I momenti buoni e quelli meno buoni.
Ci siamo dati entrambi tutto quello che avevamo.
E sappiamo entrambi, indipendentemente da cosa farò,
che rimarrò per sempre quel bambino
con i calzini arrotolati
bidone della spazzatura nell’angolo
5 secondi da giocare.
Palla tra le mie mani.
5… 4… 3… 2… 1…
Ti amerò per sempre,
Kobe

Sono state diverse le manifestazioni di stima nei confronti di questo giocatore sui campi che sta visitando durante il campionato, in particolare da quelle tifoserie avversarie che lo hanno visto come temibile rivale per tanti anni. Le più belle e toccanti sono sicuramente i saluti tributati alla guardia dei Lakers da Michael Jordan prima della gara tra Charlotte Hornets e Los Angeles Lakers (vedi video Michal Jordan Pays Tribute To Kobe Briant) e dai rivali storici dei Boston Celtics nella sua ultima apparizione al TD Garden di Boston. In occasione di questa partita un tifoso di Boston ha diffuso sul web questa lettera indirizzata al giocatore avversario, che esprime magnificamente il rispetto, la sportività e la passione che rendono la pallacanestro un mondo strepitoso e testimonia quanto questo grandissimo campione abbia saputo entrare anche nei cuori dei suoi più accesi rivali. Il più grande tributo che un campione possa ricevere nella sua carriera.

Caro Kobe Bryant,
ti odio.

Puoi biasimarmi? Da fan dei Celtics, ho tifato contro di te per due decenni. Ho gioito della tua agonia quando i miei Celtics ti hanno battuto nelle Finali del 2008. Hai avuto la tua vendetta ed ottenuto alla fine il tuo quinto anello nel 2010 strappandomi il cuore.
Oggi ho letto la tua lettera su “Players Tribune” ed ero scioccato. Non perché tu abbia annunciato il tuo ritiro – lo sapevamo già tutti. Ero scioccato per come mi ha fatto sentire la tua lettera.
Nel mio immaginario, ti avevo sempre accomunato a Derek Jeter. Voi siete i giocatori che noi fans di Boston odiamo di più, ma allo stesso tempo non riusciamo a fare a meno di rispettarvi. Avete sempre giocato nella maniera giusta – con passione, orgoglio e professionalità.
Siete stati veri studenti del gioco che hanno ottenuto la propria grandezza lavorando più duramente di chiunque altro. Siete diventati icone generazionali dei vostri rispettivi sport. Avete accettato ogni sfida. Ce l’avete messa tutta. Avete posto i vostri corpi in prima linea. Sapevate come vincere. Avete rispettato il vostro sport, il vostro mestiere, e la vostra rivalità con Boston.

Il 30 Dicembre sarà l’ultima volta che giocherai a Boston. È anche l’ultima opportunità per noi fan dei Celtics per spronare la nostra squadra a vincere contro quello che probabilmente è stato il giocatore più dominante nella storica rivalità tra Celtics e Lakers.
Con te se ne va tutto ciò che è rimasto della rivalità che una volta dominava la NBA. Forse un giorno verrà riaccesa da nuove facce. Forse no.
Perciò quando verrai al Garden il mese prossimo, spero che la folla ti faccia passare le pene dell’inferno. Spero che ti infastidiremo e sommergeremo di ‘boo’ più di quanto non abbiamo fatto nelle volte in cui si giocava per il titolo. Spero che sbaglierai ogni singolo tiro libero. Spero che non dimenticherai mai cosa voglia dire essere circondato da 17.000 tifosi che sanguinano verde e farebbero di tutto per vederti fallire un’ultima volta.
Spero che batteremo i Lakers un’altra volta. E quando verrai chiamato in panca nel quarto quarto quando i miei Celtics saranno a +20, penso accadrà qualcosa di bellissimo.
Ogni singola persona al Garden smetterà di fischiarti. Ci alzeremo in piedi e ti mostreremo rispetto con la più grande delle standing ovation che tu abbia mai visto. Canteremo il tuo nome. Ci asciugheremo gli occhi. Ti daremo il nostro agrodolce addio.
Dicono che non ci si accorge davvero di cosa si abbia a propria disposizione fino a che non lo si ha più. Perciò prima che tu te ne vada, voglio solo ringraziarti per esser stato molto di più che un gran giocatore di pallacanestro. Per un’intera generazione di fans NBA, tu sei la pallacanestro.
Non posso credere che lo sto dicendo… ma mi mancherai davvero tanto.

Love (and hate) you always,
Un fan dei Celtics che non ti ha apprezzato abbastanza.

Jonathan Jacobson


Francesco Santoro

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