RECENSIONE – “La teoria del tutto”

La teoria del tuttoTra i candidati all’Oscar come miglior film c’è “La Teoria del Tutto” di James Marsh. Tratto da “Verso l’Infinito” (“Travelling to Infinity: My Life With Stephen”), biografia di Jane Wilde Hawking, racconta la storia del fisico Stephen Hawking.
Negli anni Sessanta, un giovane Hawking (Eddie Redmayne) è dottorando all’Università di Cambridge. Qui, ad una festa, incontra Jane Wilde (Felicity Jones), studentessa di letteratura medievale. Tra loro c’è da subito un’affinità, nonostante i divergenti punti di vista su due grandi temi: fede e scienza. I due iniziano così una relazione ma poco dopo a Hawking è diagnosticata una malattia degenerativa: l’atrofia muscolare progressiva. Secondo i medici la sua aspettativa di vita è soltanto di due anni. Nonostante questa drammatica condizione, Jane non lo abbandona: gli rimane accanto e presto i due si sposano e danno inizio alla loro famiglia.
Il tempo passa e Hawking apre nuovi orizzonti nei campi della fisica e della cosmologia, mentre però progredisce anche la malattia che lo limita sempre più nelle capacità fisiche. Jane, intanto, si prende cura di Stephen e dei figli, affrontando difficoltà non indifferenti.
Il film è incentrato quasi esclusivamente sulla storia d’amore tra Stephen e Jane, piuttosto che sulla carriera accademica di Hawking, seppur straordinaria. Un dramma che parla d’amore e delle relazioni umane. Stephen e Jane sono due personaggi complessi: non solo i loro punti di forza ma anche i loro difetti, in quanto esseri umani, sono messi in mostra.
Qualche parola va spesa per Eddie Redmayne: la sua performance è coinvolgente non solo per la trasformazione fisica messa in atto, ma anche e soprattutto per la capacità di rendere la personalità di Hawking, il suo senso dell’umorismo, la testardaggine e l’atteggiamento distaccato.
Non è da meno Felicity Jones, abile nel rendere la condizione complessa e conflittuale, sia da un punto di vista pratico che spirituale, di Jane.
Due ottimi attori che rendono questo film speciale.
Indipendentemente dalla grandezza e popolarità dello scienziato, questa è una storia d’amore, profonda nell’esaminare questioni universali, ben recitata, a tratti commovente e che fornisce l’occasione per una riflessione sulla vita e sull’universo.

Stephen Hawking: «Fin dall’alba della civiltà, l’uomo si è sempre sforzato di arrivare alla comprensione dell’ordine che regola il mondo. Dovrebbe esserci qualcosa di molto speciale nelle condizioni ai confini dell’universo. E cosa può essere più speciale dell’assenza di confini? Non dovrebbero esserci confini agli sforzi umani. Noi siamo tutti diversi, per quanto brutta possa sembrarci la vita, c’è sempre qualcosa che uno può fare e con successo. Perché finché c’è vita… c’è speranza!»

“La Teoria del Tutto” (Gran Bretagna, biografico, 2014) di James Marsh, con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Charlie Cox, Emily Watson, Simon McBurney.
Distribuzione: Universal Pictures

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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