La Noia

Roxette 01E’ inutile girarci intorno: RoxetteTourism. L’unico paragrafo della carriera ormai trentennale di questo duo scandinavo che mi prenda seriamente e di cui l’impatto in classifica per molti rimane un mistero. Effettivamente nemmeno io sono un’amante delle loro atmosfere in studio, ma ascoltando in pacco quest’album capisco che è perché lo studio, lo soffrono. Sono animali da live. E in effetti diversi tour li hanno impegnati per anni in tutto il mondo. Dicevo proprio qualche giorno fa con il mio dolce tre quarti di pera che ciò che mi attira in loro è la differenza sostanziale delle due personalità: lei molto dolce, lui un impiegato.. forse nemmeno troppo simpatico. Un po’ come noi… non è vero!

Quest’album uscito nel 1992 ha subito accompagnato i miei pomeriggi estivi e solitari, passati a sospirare dalla noia in attesa di partire finalmente per le vacanze, ogni anno, dopo Ferragosto. I miei amici già si sollazzavano e nell’attesa tentavo di riscrivere Piccole Donne, giocavo con la gatta, l’Amiga 500 plus (Superfrog non ha segreti per me), e naturalmente, subivo i gusti musicali di mio fratello maggiore, che, come già ho avuto modo di raccontare, mi ha istruita a Guns, Queen e sì… pure i Roxette di Tourism.

In quest’album il duo rivisita dei pezzi cardine della loro carriera in versioni semi acustiche, live o registrazioni più elaborate effettuate nei posti più strani, durante il tour che li ha tenuti impegnati per un paio d’anni in giro per il mondo, il Join the Joyride Tour e ascoltandolo davvero ti rendi conto che l’impatto in classifica non è stato poi così improbabile, visto che sono delle vere e proprie macchine. A parte la voce adorabile di Marie Fredriksson, l’energia e la competenza che esprimono sinceramente non poteva rimanere a lungo ignorata. Nella loro esplosione ci ha messo lo zampino pure un film non proprio sconosciuto, Pretty Woman, per cui firmano il pezzo It must’ve been love. Si trattava certamente di un gruppo già famoso, ma, come dire, proprio male non gli ha fatto, ecco.

Roxette 2Tuttavia non ho scelto a caso il titolo a questo post. Non è mia intenzione emulare un certo Moravia, non penso nemmeno di sognarmelo, mi pongo invece una domanda: quanto è importante la noia? Secondo me, tanto. Personalmente ho scoperto molte più cose mentre mi annoiavo che non in una giornata frenetica passata a sognare che finisse. Ok, ormai la mia bradipitudine è riconosciuta e comprovata scientificamente, ma la noia serve a rilassarsi e stimolare l’ingegno. Certo, nelle giuste quantità, altrimenti è tedio. Penso che ci sia poco tempo per annoiarsi nell’ultimo periodo e, anzi, sembra che la noia sia diventata un qualcosa di terrificante: sempre operativi, sempre produttivi, sempre al massimo. Io rivendico il mio diritto ad annoiarmi, perché ne ho bisogno, per alimentare il mio pensiero e conseguentemente ottimizzare le mie azioni. L’ozio, la noia si traducono in riposo. Che sia una cosa positiva lo realizzi dopo, in effetti, lì per lì ti sembra di buttare via del tempo che non scorre mai, ma ad essere super operativi si corre anche il rischio di ritrovarsi ad aver corso tanto e poi per cosa? Per noia ho cominciato diversi progetti che mi hanno portato più di una soddisfazione e mi ha anche aiutato il prenderli con la dovuta calma e pazienza. Avere il tempo di soffermarsi e meditare una scelta non è così male. Avere tempi morti ti insegna ad aspettare e non farti trovare impreparato. Insomma, il rischio che la noia danneggi c’è, però come tutte le cose appartenenti all’essere umano, si può imparare a gestirla: trasformarla in una reazione, imparare a crearsi stimoli e trovare soluzioni. Avevo l’abitudine di mettermi a fantasticare durante la noia di un’attesa, ora forse sono più distratta dalle news online, ma ho anche poco tempo per annoiarmi. E ne sto risentendo.

Credo di stare scivolando nel mio recondito desiderio di ferie che anche per quest’anno non verrà assolutamente appagato, e perciò potrei finire col tediare persone nella mia stessa situazione. Forse sono stata ingiusta nell’abbinare la noia ai Roxette, perché non annoiano e non sembrano stufare: la loro attività si è interrotta per cause di forza maggiore, dovute a serissimi problemi di salute di Marie e Per Gessle da solo non avrebbe avuto senso. La cosa buffa di questi due personaggi, è che si sono affrontati subito sui difetti: lei sparava le tastiere troppo alte e coprivano la sua voce, e Per era troppo plastico. Beh, direi che hanno avuto modo di rifarsi!

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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